Obiettivo. Lo scopo di questo studio era verificare l’incidenza delle complicanze conseguenti alla diagnosi prenatale invasiva effettuata mediante amniocentesi presso il centro di Diagnosi Prenatale del Secondo Ateneo di Napoli. Metodi. Sono state intervistate telefonicamente 1.580 pazienti circa le complicanze conseguenti ad amniocentesi effettuate nel periodo compreso tra gennaio 2001 e dicembre 2003. Risultati. Delle intervistate hanno risposto correttamente al questionario soltanto 1.416 pazienti. Le complicanze verificatesi nelle prime 24 h dall’intervento (complicanze precoci) sono state costituite da lievi contrazioni e lipotimie da riflesso vagale rispettivamente nell’8,3% e nel 6,7% dei casi; perdite di liquido amniotico si sono avute nell’l,06% mentre sanguinamenti si sono avuti nello 0,85% dei casi. L’incidenza di aborti nella settimana successiva all’intervento è risultata essere pari allo 0,78%. Parti prematuri si sono verificati solo nel 6% delle pazienti sottoposte ad amniocentesi; parti spontanei a termine nel 43% e mediante taglio cesareo nel 51% dei casi. L’indice di Apgar è risultato normale nel 95,7% dei nati. Nel restante 4,3% si sono avute patologie quali ipoglicemia o distress respiratorio prontamente regrediti. Le complicanze precoci e l’incidenza di aborti sono risultati significativamente correlati con il traumatismo uterino conseguente alla seconda infissione dell’ago, ma non con l’età della paziente o con il prelievo transplacentare. Conclusioni. L’ortodossia della tecnica associata allo scrupoloso rispetto del protocollo e alla rigorosa selezione delle pazienti sono presupposti necessari per una riduzione sempre maggiore delle complicanze relative all’amniocentesi.

Fetal and maternal amniocentesis complications

COBELLIS, Luigi;TORELLA, Marco
2006

Abstract

Obiettivo. Lo scopo di questo studio era verificare l’incidenza delle complicanze conseguenti alla diagnosi prenatale invasiva effettuata mediante amniocentesi presso il centro di Diagnosi Prenatale del Secondo Ateneo di Napoli. Metodi. Sono state intervistate telefonicamente 1.580 pazienti circa le complicanze conseguenti ad amniocentesi effettuate nel periodo compreso tra gennaio 2001 e dicembre 2003. Risultati. Delle intervistate hanno risposto correttamente al questionario soltanto 1.416 pazienti. Le complicanze verificatesi nelle prime 24 h dall’intervento (complicanze precoci) sono state costituite da lievi contrazioni e lipotimie da riflesso vagale rispettivamente nell’8,3% e nel 6,7% dei casi; perdite di liquido amniotico si sono avute nell’l,06% mentre sanguinamenti si sono avuti nello 0,85% dei casi. L’incidenza di aborti nella settimana successiva all’intervento è risultata essere pari allo 0,78%. Parti prematuri si sono verificati solo nel 6% delle pazienti sottoposte ad amniocentesi; parti spontanei a termine nel 43% e mediante taglio cesareo nel 51% dei casi. L’indice di Apgar è risultato normale nel 95,7% dei nati. Nel restante 4,3% si sono avute patologie quali ipoglicemia o distress respiratorio prontamente regrediti. Le complicanze precoci e l’incidenza di aborti sono risultati significativamente correlati con il traumatismo uterino conseguente alla seconda infissione dell’ago, ma non con l’età della paziente o con il prelievo transplacentare. Conclusioni. L’ortodossia della tecnica associata allo scrupoloso rispetto del protocollo e alla rigorosa selezione delle pazienti sono presupposti necessari per una riduzione sempre maggiore delle complicanze relative all’amniocentesi.
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