Come in Italia, anche nella Rft, il tema della flessibilità in uscita, specie nell’ultimo decennio, ha riaperto un’accesa disputa nella quale la disciplina sui licenziamenti individuali è stata al centro di aspre polemiche. Il saggio, ponendo in risalto, di volta in volta, le similitudini e le divergenze con il sistema italiano, illustra, sia pure a grandi linee, lo stato dell’arte sul sistema di tutela contro i licenziamenti previsto nell’ordinamento tedesco, soprattutto al fine di verificare se, ed in che modo, l’idea di stabilità a cui il KSchG si è originariamente ispirato ha trovato effettivo radicamento nel “diritto vivente”. Partendo dall’esame del contenuto dei principi costituzionali, l’a. si sofferma anzitutto sui limiti sostanziali e procedurali che il KSchG pone al datore di lavoro tedesco nell’esercizio del potere di recesso, sui vincoli derivanti dalla cosiddetta “selezione sociale” dei lavoratori da licenziare e, ancora, sul ruolo che il consiglio aziendale è chiamato a svolgere nella gestione collettiva dei problemi relativi al licenziamento. L’analisi, poi, concentrandosi sull’apparato sanzionatorio, sposta l’attenzione sul ruolo che il giudice è chiamato a svolgere nell’individuazione dei rimedi previsti a favore del lavoratore illegittimamente estromesso dall’azienda, nonché sull’ambito di applicazione riservato alla reintegrazione ordinata nel corso del giudizio. Infine l’autore offre una rapida panoramica critica sulle più importanti proposte di riforma in campo.

Il recente dibattito sui licenziamenti nel diritto tedesco (Parte I e II)

SANTAGATA DE CASTRO, Raffaello
2013

Abstract

Come in Italia, anche nella Rft, il tema della flessibilità in uscita, specie nell’ultimo decennio, ha riaperto un’accesa disputa nella quale la disciplina sui licenziamenti individuali è stata al centro di aspre polemiche. Il saggio, ponendo in risalto, di volta in volta, le similitudini e le divergenze con il sistema italiano, illustra, sia pure a grandi linee, lo stato dell’arte sul sistema di tutela contro i licenziamenti previsto nell’ordinamento tedesco, soprattutto al fine di verificare se, ed in che modo, l’idea di stabilità a cui il KSchG si è originariamente ispirato ha trovato effettivo radicamento nel “diritto vivente”. Partendo dall’esame del contenuto dei principi costituzionali, l’a. si sofferma anzitutto sui limiti sostanziali e procedurali che il KSchG pone al datore di lavoro tedesco nell’esercizio del potere di recesso, sui vincoli derivanti dalla cosiddetta “selezione sociale” dei lavoratori da licenziare e, ancora, sul ruolo che il consiglio aziendale è chiamato a svolgere nella gestione collettiva dei problemi relativi al licenziamento. L’analisi, poi, concentrandosi sull’apparato sanzionatorio, sposta l’attenzione sul ruolo che il giudice è chiamato a svolgere nell’individuazione dei rimedi previsti a favore del lavoratore illegittimamente estromesso dall’azienda, nonché sull’ambito di applicazione riservato alla reintegrazione ordinata nel corso del giudizio. Infine l’autore offre una rapida panoramica critica sulle più importanti proposte di riforma in campo.
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