Per verificare la validità del metodo per il calcolo degli Indici di Pericolosità da Nitrati di Origine Agricola (IPNOA) in contesti idrogeologici notevolmente differenti, i criteri di realizzazione della Carta degli IPNOA sono stati applicati a due aree fortemente differenziate anche da un punto di vista naturalistico e socio-economico, in Campania, quali il bacino idrografico del fiume Lete ed il settore nord-est della Piana Campana. Il bacino idrografico del Fiume Lete, nel settore sud-occidentale del massiccio del Matese, è caratterizzato dalla presenza delle principali formazioni carbonatiche meso-cenozoiche 3 dell’Appennino meridionale. La scelta dell’area, ad elevata naturalità e a prevalente vocazione agricola, è motivata dalla presenza di sorgenti minerali, di notevole interesse dal punto di vista socio-economico. Il settore nord-orientale della Piana Campana comprende i versanti meridionali dei rilievi carbonatici mesozoici dei Tifatini e la sottostante area di pianura, raccordati da un’ampia fascia detritica. La piana è impostata prevalentemente su depositi vulcanoclastici, tardo quaternari, ascrivibili all’attività flegrea, e risulta fortemente urbanizzata, sede di numerose attività industriali ed agricole di tipo intensivo mirate alla produzione di colture da sovescio. La scelta di questo sito è stata dettata dalla notevole pressione antropica e dalla limitata soggiacenza della falda principale captata. Il metodo IPNOA utilizza un approccio di tipo parametrico, analizzando due categorie di fattori [di pericolo (FP) e di controllo (FC)] che concorrono alla valutazione complessiva del pericolo. I FP sono strettamente legati a quelle attività di origine agricola che generano o possono generare un impatto sulla falda; attraverso questi, viene stimata la quantità di azoto applicata sulla superficie. I FC indicano quei parametri che modificano l’entità dei fattori di pericolo in modo positivo, negativo o neutro. Il contributo dei fattori sia di pericolo che di controllo in tale metodologia dipende dalle caratteristiche del sito e dalle pratiche agronomiche adottate. Tale parametrizzazione, oltre ad attenuare gli eventuali errori di stima e la soggettività delle misure, consente anche di rappresentare graficamente i risultati ottenuti. Tutta la metodologia si avvale delle potenzialità di analisi spaziali tipiche dei sistemi informativi geografici. Per la definizione dei FP e dei FC, legati fortemente alle caratteristiche e alla gestione del territorio, sono stati acquisiti dati spazialmente riferiti, che in seguito sono stati elaborati sfruttando le potenzialità proprie dei GIS, per le elaborazioni statistiche e la realizzazione della Carta degli IPNOA. I risultati ottenuti evidenziano un’apparente contraddizione: mentre nel settore di Piana fortemente antropizzato il potenziale pericolo di contaminazione risulta molto basso, o addirittura 4 improbabile, l’area del bacino idrografico, ad elevata naturalità, presenta ampie porzioni di territorio caratterizzate complessivamente da indici di pericolosità più elevati, sebbene le concentrazioni di nitrati nelle acque della piana siano ca. 10 volte superiori. Va tuttavia considerato che la metodologia analizza solo le fonti di nitrati agro-zootecniche, e pertanto il metodo evidenzia che un’area caratterizzata da una elevata naturalità, ma a vocazione tipicamente agricola e pastorizia, presenta un rischio maggiore rispetto ad un’altra caratterizzata da una maggiore antropizzazione, per la quale non sono considerati gli impatti dovuti allo sversamento in falda di reflui civili ed industriali. The Agricultural Nitrate Hazard Index method is based on the elaboration of tematic maps, whose topologic overlay in GIS environment results in a synthetic map, the ANHI Map. Aim of the latter document is to compare portion of territory showing different contamination risk. The factor types which come into play in hazard assessment, have to be analyzed. A scoring is assigned to each one, on the base of the weight they assume in the final evaluation. First step is the definition of the hazard factors (FP) and the control factors (FC). The first ones are referred to agricoltural activities which produce or may produce impacts on the aquifes. The nitrogen quantity applied on soil is evaluated. The latter factors are referred to parameters which modify the hazard factors in positive, negative or null way. Both the factors depend on the agronomical practises, climate and landscape. All the procedures are elaborated into a GIS environment. To this purpose, two case histories are briefly delineated here: the Lete River catchment (case A) and the NE sector of the Campania Plain (case B).

Analisi della vulnerabilità all’inquinamento da nitrati di origine agricola: confronto tra due contesti ambientali differenti

RUBERTI, Daniela;VIGLIOTTI, Marco
2009

Abstract

Per verificare la validità del metodo per il calcolo degli Indici di Pericolosità da Nitrati di Origine Agricola (IPNOA) in contesti idrogeologici notevolmente differenti, i criteri di realizzazione della Carta degli IPNOA sono stati applicati a due aree fortemente differenziate anche da un punto di vista naturalistico e socio-economico, in Campania, quali il bacino idrografico del fiume Lete ed il settore nord-est della Piana Campana. Il bacino idrografico del Fiume Lete, nel settore sud-occidentale del massiccio del Matese, è caratterizzato dalla presenza delle principali formazioni carbonatiche meso-cenozoiche 3 dell’Appennino meridionale. La scelta dell’area, ad elevata naturalità e a prevalente vocazione agricola, è motivata dalla presenza di sorgenti minerali, di notevole interesse dal punto di vista socio-economico. Il settore nord-orientale della Piana Campana comprende i versanti meridionali dei rilievi carbonatici mesozoici dei Tifatini e la sottostante area di pianura, raccordati da un’ampia fascia detritica. La piana è impostata prevalentemente su depositi vulcanoclastici, tardo quaternari, ascrivibili all’attività flegrea, e risulta fortemente urbanizzata, sede di numerose attività industriali ed agricole di tipo intensivo mirate alla produzione di colture da sovescio. La scelta di questo sito è stata dettata dalla notevole pressione antropica e dalla limitata soggiacenza della falda principale captata. Il metodo IPNOA utilizza un approccio di tipo parametrico, analizzando due categorie di fattori [di pericolo (FP) e di controllo (FC)] che concorrono alla valutazione complessiva del pericolo. I FP sono strettamente legati a quelle attività di origine agricola che generano o possono generare un impatto sulla falda; attraverso questi, viene stimata la quantità di azoto applicata sulla superficie. I FC indicano quei parametri che modificano l’entità dei fattori di pericolo in modo positivo, negativo o neutro. Il contributo dei fattori sia di pericolo che di controllo in tale metodologia dipende dalle caratteristiche del sito e dalle pratiche agronomiche adottate. Tale parametrizzazione, oltre ad attenuare gli eventuali errori di stima e la soggettività delle misure, consente anche di rappresentare graficamente i risultati ottenuti. Tutta la metodologia si avvale delle potenzialità di analisi spaziali tipiche dei sistemi informativi geografici. Per la definizione dei FP e dei FC, legati fortemente alle caratteristiche e alla gestione del territorio, sono stati acquisiti dati spazialmente riferiti, che in seguito sono stati elaborati sfruttando le potenzialità proprie dei GIS, per le elaborazioni statistiche e la realizzazione della Carta degli IPNOA. I risultati ottenuti evidenziano un’apparente contraddizione: mentre nel settore di Piana fortemente antropizzato il potenziale pericolo di contaminazione risulta molto basso, o addirittura 4 improbabile, l’area del bacino idrografico, ad elevata naturalità, presenta ampie porzioni di territorio caratterizzate complessivamente da indici di pericolosità più elevati, sebbene le concentrazioni di nitrati nelle acque della piana siano ca. 10 volte superiori. Va tuttavia considerato che la metodologia analizza solo le fonti di nitrati agro-zootecniche, e pertanto il metodo evidenzia che un’area caratterizzata da una elevata naturalità, ma a vocazione tipicamente agricola e pastorizia, presenta un rischio maggiore rispetto ad un’altra caratterizzata da una maggiore antropizzazione, per la quale non sono considerati gli impatti dovuti allo sversamento in falda di reflui civili ed industriali. The Agricultural Nitrate Hazard Index method is based on the elaboration of tematic maps, whose topologic overlay in GIS environment results in a synthetic map, the ANHI Map. Aim of the latter document is to compare portion of territory showing different contamination risk. The factor types which come into play in hazard assessment, have to be analyzed. A scoring is assigned to each one, on the base of the weight they assume in the final evaluation. First step is the definition of the hazard factors (FP) and the control factors (FC). The first ones are referred to agricoltural activities which produce or may produce impacts on the aquifes. The nitrogen quantity applied on soil is evaluated. The latter factors are referred to parameters which modify the hazard factors in positive, negative or null way. Both the factors depend on the agronomical practises, climate and landscape. All the procedures are elaborated into a GIS environment. To this purpose, two case histories are briefly delineated here: the Lete River catchment (case A) and the NE sector of the Campania Plain (case B).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/193343
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