In questo saggio si affronta la nozione di monumento nel mondo contemporaneo a partire dalla domanda se essi possano ancora fungere da supporti plausibili per la memoria anche quando, etichettati come "anti-monumenti" o "contro-monumenti", minano le forme tradizionali della commemorazione. Negli anni Sessanta la tradizione monumentale ha iniziato a perdere la sua essenziale autoreferenzialità a seguito di molta produzione artistica che, pur con finalità commemorative, è andata, anche negli anni Settanta, oltre i confini della stabilità, universalità e della retorica. Nello stesso periodo è riconoscibile anche il sorgere di sforzi teorici volti a cogliere il cambiamento in atto, soprattutto in merito al rapporto tra "documento" e "monumento". È stato, tuttavia, lo sviluppo fra anni ‘80 e ‘90, dell'arte pubblica (dall’opera site specific a un’arte per e nell'interesse pubblico), che ha coinvolto anche lo statuto dei monumenti intesi come ibridi trans-disciplinari e artefatti, talvolta contingenti e deperibili, aventi tuttavia funzione documentaria e artistica. Sono stati, quindi, selezionati esempi di rilevanti mostre recenti e di casi specifici di monumenti/memoriali, nell’ambito dell’arte pubblica contemporanea, dove le esperienze collettive e individuali finiscono per intersecarsi. Si tratta di opere che implementano la critica dei monumenti tradizionali e cercano di fornire alternative coinvolgendo diversi tipi di pubblico. In epoca post-monumentale, tali esempi si muovono tra poli opposti, come presenza e assenza, persistenza e temporalità, materialità e immaterialità e dimostrano quanto, nonostante tutto, si possa parlare ancora di monumenti ogni qualvolta l’intervento artistico riesca a cogliere e incarnare, in forme materiali o immateriali, la contingenza storica.
Stone or Sound. Memory and Monuments in Contemporary Public Art.
SALVATORI, Gaia
2015
Abstract
In questo saggio si affronta la nozione di monumento nel mondo contemporaneo a partire dalla domanda se essi possano ancora fungere da supporti plausibili per la memoria anche quando, etichettati come "anti-monumenti" o "contro-monumenti", minano le forme tradizionali della commemorazione. Negli anni Sessanta la tradizione monumentale ha iniziato a perdere la sua essenziale autoreferenzialità a seguito di molta produzione artistica che, pur con finalità commemorative, è andata, anche negli anni Settanta, oltre i confini della stabilità, universalità e della retorica. Nello stesso periodo è riconoscibile anche il sorgere di sforzi teorici volti a cogliere il cambiamento in atto, soprattutto in merito al rapporto tra "documento" e "monumento". È stato, tuttavia, lo sviluppo fra anni ‘80 e ‘90, dell'arte pubblica (dall’opera site specific a un’arte per e nell'interesse pubblico), che ha coinvolto anche lo statuto dei monumenti intesi come ibridi trans-disciplinari e artefatti, talvolta contingenti e deperibili, aventi tuttavia funzione documentaria e artistica. Sono stati, quindi, selezionati esempi di rilevanti mostre recenti e di casi specifici di monumenti/memoriali, nell’ambito dell’arte pubblica contemporanea, dove le esperienze collettive e individuali finiscono per intersecarsi. Si tratta di opere che implementano la critica dei monumenti tradizionali e cercano di fornire alternative coinvolgendo diversi tipi di pubblico. In epoca post-monumentale, tali esempi si muovono tra poli opposti, come presenza e assenza, persistenza e temporalità, materialità e immaterialità e dimostrano quanto, nonostante tutto, si possa parlare ancora di monumenti ogni qualvolta l’intervento artistico riesca a cogliere e incarnare, in forme materiali o immateriali, la contingenza storica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.