Tesi sostenuta. L’area vesuviana, uno degli ambienti più problematici del paese, è caratterizzata dal paradossale contrasto tra la vigenza di molteplici norme e piani settoriali e il degrado della fascia urbanizzata, priva di una struttura riconoscibile e morfologicamente caotica. Le normative e i vincoli, rivolti ad una rigorosa tutela ambientale e alla prevenzione del rischio vulcanico, sono inficiati dall’alta densità abitativa e dalla perdurante tendenza al “fai da te” (abusivismo, economia sommersa). Va quindi interrotta la divaricazione tra stato di diritto e stato di fatto che, benché diversamente accentuata nelle varie aree del paese, conferma l’implosione di un impianto normativo ridondante e spesso retorico, inadeguato al duplice compito di tutelare i valori ambientali e disciplinare le trasformazioni. Campo entro il quale la tesi trova argomentazioni. La sovrapposizione dei tanti piani (paesistico, di bacino, di parco, di protezione civile) e vincoli (sismico-vulcanico, archeologico, monumentale) è il risultato di una stratificazione amministrativa che impedisce la sintesi e che non consente la riconoscibilità di un soggetto realmente responsabile della compatibilità tra tutela e usi, tra norme e azioni, tra principi ed effetti. In tali situazioni, per una pianificazione più efficiente e più efficace, occorre concretamente colmare la divaricazione tra modelli e strumenti attagliandoli alle realtà che investono e indagando il rapporto tra regole formali e comportamenti della cittadinanza. Prospettive di lavoro. Alla divaricazione tra regole e comportamenti degli abitanti sono possibili due risposte. La prima è la repressione delle devianze; ma non è lo strumento giusto, in primo luogo perché i comportamenti diffusi in contrasto con le regole ufficiali discendono da esigenze ignorate dalle regole stesse, che si rivelano quindi astratte e inefficaci; in secondo luogo perché le norme di legge per contrastare l’abusivismo sono farraginose e consentono trasgressioni, elusioni e rinvii. La seconda risposta è quella della partecipazione e di una collaborazione interistituzionale e tra istituzioni e cittadinanza fondata sulla compatibilità tra interesse pubblico e interessi individuali. Tale seconda alternativa presuppone un lavoro lungo e faticoso ancora tutto da impostare, che superi i limiti della pianificazione formale e burocratica. Di tale sforzo, della sua possibile articolazione e sperimentazione tratta il contributo che si propone, applicato ad un caso di studio emblematico della realtà descritta, quello di Terzigno, comune che si è recentemente dotato del Piano urbanistico generale e nel quale convergono tutte le occasioni di sfida dei prossimi anni: l’economia sommersa (il tessile con forte presenza di immigrati in prevalenza cinesi; i rifiuti, con le aree di cava utilizzate come discariche dalla Protezione civile nell’area del Parco nazionale del Vesuvio; l’abusivismo edilizio che altera l’ambiente storico e il paesaggio vesuviano.
AMBIENTE E HABITAT VESUVIANO TRA NORME, VINCOLI E SPONTANEISMO
Losco S
;
2011
Abstract
Tesi sostenuta. L’area vesuviana, uno degli ambienti più problematici del paese, è caratterizzata dal paradossale contrasto tra la vigenza di molteplici norme e piani settoriali e il degrado della fascia urbanizzata, priva di una struttura riconoscibile e morfologicamente caotica. Le normative e i vincoli, rivolti ad una rigorosa tutela ambientale e alla prevenzione del rischio vulcanico, sono inficiati dall’alta densità abitativa e dalla perdurante tendenza al “fai da te” (abusivismo, economia sommersa). Va quindi interrotta la divaricazione tra stato di diritto e stato di fatto che, benché diversamente accentuata nelle varie aree del paese, conferma l’implosione di un impianto normativo ridondante e spesso retorico, inadeguato al duplice compito di tutelare i valori ambientali e disciplinare le trasformazioni. Campo entro il quale la tesi trova argomentazioni. La sovrapposizione dei tanti piani (paesistico, di bacino, di parco, di protezione civile) e vincoli (sismico-vulcanico, archeologico, monumentale) è il risultato di una stratificazione amministrativa che impedisce la sintesi e che non consente la riconoscibilità di un soggetto realmente responsabile della compatibilità tra tutela e usi, tra norme e azioni, tra principi ed effetti. In tali situazioni, per una pianificazione più efficiente e più efficace, occorre concretamente colmare la divaricazione tra modelli e strumenti attagliandoli alle realtà che investono e indagando il rapporto tra regole formali e comportamenti della cittadinanza. Prospettive di lavoro. Alla divaricazione tra regole e comportamenti degli abitanti sono possibili due risposte. La prima è la repressione delle devianze; ma non è lo strumento giusto, in primo luogo perché i comportamenti diffusi in contrasto con le regole ufficiali discendono da esigenze ignorate dalle regole stesse, che si rivelano quindi astratte e inefficaci; in secondo luogo perché le norme di legge per contrastare l’abusivismo sono farraginose e consentono trasgressioni, elusioni e rinvii. La seconda risposta è quella della partecipazione e di una collaborazione interistituzionale e tra istituzioni e cittadinanza fondata sulla compatibilità tra interesse pubblico e interessi individuali. Tale seconda alternativa presuppone un lavoro lungo e faticoso ancora tutto da impostare, che superi i limiti della pianificazione formale e burocratica. Di tale sforzo, della sua possibile articolazione e sperimentazione tratta il contributo che si propone, applicato ad un caso di studio emblematico della realtà descritta, quello di Terzigno, comune che si è recentemente dotato del Piano urbanistico generale e nel quale convergono tutte le occasioni di sfida dei prossimi anni: l’economia sommersa (il tessile con forte presenza di immigrati in prevalenza cinesi; i rifiuti, con le aree di cava utilizzate come discariche dalla Protezione civile nell’area del Parco nazionale del Vesuvio; l’abusivismo edilizio che altera l’ambiente storico e il paesaggio vesuviano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.