Proprietà privata e comunione: ideologia e diritto nel Codice Napoleonico

Il punto di partenza dell'analisi è la constatazione dell'assenza della comproprietà dall'impianto del Codice. Attraverso l'indagine storica questa esclusione è apparsa in linea con il percorso evolutivo dei diritti reali, soprattutto con la tendenza della loro semplificazione ad opera della Rivoluzione, sul presupposto dell'affermato principio individualistico. A tal fine è emersa l'intima correlazione tra scelte giuridiche e politiche, evidenziando la prevalenza delle seconde. Sotto l'aspetto strettamente giuridico, infatti, l'assenza della comunione è apparsa subito una lacuna da colmare. Il codice napoleone inaugurava il sistema interpretativo per il quale il giudice doveva essere rigidamente sottoposto alla legge; tuttavia, proprio attraverso un istituto così carico di implicazioni ideologiche – perchè intimamente correlato all'affermazione della proprietà privata – emerge una certa elasticità dell'attività interpretativa. Guardando alle decisioni della Cassazione francese, infatti, l'interprete appare piuttosto abile nel cercare di restituire valore giuridico alla comunione che, infatti, riaffiorerà dal piano meramente fattuale proprio grazie all’attività delle Corti di giustizia.