Edifici molto noti del II secolo d.C., realizzati durante la sperimentazione architettonica adrianea, sono stati oggetto di rilievi eseguiti con strumentazioni di ultima generazione (laser scanner terrestre e fotogrammetria close-range) con la doppia finalità di documentarne lo stato di conservazione e di comprenderne il progetto originario. Nel corso di circa un decennio di ricerche svolte fra Tivoli, Roma, Baia e, tramite confronti e approfondimenti multidisciplinari, è stata avviata una linea di ricerca che ha permesso di individuare elementi e caratteri ricorrenti del metodo progettuale antico. È emerso con chiarezza come l’architetto esprimesse con il proprio lavoro una dimensione teorica e colta, così come una capacità pratica di realizzare e gestire forme complesse. Grazie a testi di carattere manualistico prodotti in area alessandrina ascrivibili a Erone (I sec. d.C.), è possibile comprendere meglio il perché di alcune scelte progettuali apparentemente scontate quali, la modularità, le quantità numeriche ricorrenti, i rapporti fra aree, l’impiego di criteri di pre-dimensionamento e di pattern geometrici. Gli esempi scelti e commentati evidenziano la flessibilità del professionista antico nel sapersi rapportare a discipline diverse, integrandole in un processo ampio e articolato che va dal computo alla rappresentazione. Attraverso un commento di formule e forme diverse di illustrazione e ricerca della forma (schemi e maquette), si intende fornire una griglia di interpretazione compatibile con i metodi e le finalità più ampie dell’indagine archeologica.

Well-known buildings from the 2nd century AD, built during Hadrian’s architectural experiments, have been surveyed using state-of-the-art instruments (terrestrial laser scanner and close-range photogrammetry) with the dual aim of documenting their state of preservation and understanding their original design. In the course of about a decade of research carried out between Tivoli, Rome, and Baiae, and through multidisciplinary comparisons and in-depth studies, a line of research was started made it possible to identify recurring elements and characteristics of the ancient design method. It became clear how the architect’s work expressed a theoretical and erudite dimension, as well as a practical ability to create and manage complex forms. Thanks to the manual texts produced in the Alexandrian area and attributed to Heron (1st century AD), it is possible to better understand the reasons behind certain apparently obvious design choices such as modularity, recurring numerical quantities, relationships between surfaces, the use of pre-dimensioning criteria and geometric patterns. The examples chosen and commented on highlight the flexibility of the ancient professional, who was able to refer to different disciplines and integrate them in a broad and articulated process, from calculation to representation. By commenting on the various formulas and forms of illustration and study of the shape (diagrams and maquettes), the purpose is to provide an interpretative framework compatible with the broader methods and objectives of archaeological investigation.

Metodi di analisi del progetto architettonico degli edifici antichi: esperienze da Villa Adriana

Silvia Bertacchi
2025

Abstract

Edifici molto noti del II secolo d.C., realizzati durante la sperimentazione architettonica adrianea, sono stati oggetto di rilievi eseguiti con strumentazioni di ultima generazione (laser scanner terrestre e fotogrammetria close-range) con la doppia finalità di documentarne lo stato di conservazione e di comprenderne il progetto originario. Nel corso di circa un decennio di ricerche svolte fra Tivoli, Roma, Baia e, tramite confronti e approfondimenti multidisciplinari, è stata avviata una linea di ricerca che ha permesso di individuare elementi e caratteri ricorrenti del metodo progettuale antico. È emerso con chiarezza come l’architetto esprimesse con il proprio lavoro una dimensione teorica e colta, così come una capacità pratica di realizzare e gestire forme complesse. Grazie a testi di carattere manualistico prodotti in area alessandrina ascrivibili a Erone (I sec. d.C.), è possibile comprendere meglio il perché di alcune scelte progettuali apparentemente scontate quali, la modularità, le quantità numeriche ricorrenti, i rapporti fra aree, l’impiego di criteri di pre-dimensionamento e di pattern geometrici. Gli esempi scelti e commentati evidenziano la flessibilità del professionista antico nel sapersi rapportare a discipline diverse, integrandole in un processo ampio e articolato che va dal computo alla rappresentazione. Attraverso un commento di formule e forme diverse di illustrazione e ricerca della forma (schemi e maquette), si intende fornire una griglia di interpretazione compatibile con i metodi e le finalità più ampie dell’indagine archeologica.
2025
Fantini, Filippo; Bertacchi, Silvia
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