La questione dei modelli e delle fonti nell’opera di Elsa Morante e degli intricati rapporti intertestuali che nascono nell’officina della scrittrice è complessa e apre ad una serie di riflessioni che ampliano il campo d’interesse a discorsi sull’autorialità, sull’intertestualità e sulla relazione tra autrice, testo e tradizione. Per tale ragione, questo contributo si propone di indagare alcune tracce dantesche che emergono nel romanzo La Storia (1974), in riferimento alla citazione diretta di alcuni versi del XXIII e XXX canto del Paradiso nell’ultimo dialogo tra Useppe e Davide Segre. Mia intenzione è dimostrare come, nella crisi intellettuale attraversata da Morante negli anni della gestazione della Storia, la memoria dantesca offra alla scrittrice interessanti suggestioni nella più ampia riflessione sul ruolo del poeta e della scrittura nella società contemporanea. Infine, prendendo in considerazione il celebre motivetto «È tutto uno scherzo», udito una prima volta da Useppe durante la gita al campo partigiano di Nino e poi nella radura circolare poco prima del tragico epilogo, si proporrà un’interpretazione parodistica della pratica intertestuale nell’opera morantiana e nella costruzione del personaggio di Davide Segre
«È tutto uno scherzo»: Dante nella Storia
Carmelo D'Amelio
In corso di stampa
Abstract
La questione dei modelli e delle fonti nell’opera di Elsa Morante e degli intricati rapporti intertestuali che nascono nell’officina della scrittrice è complessa e apre ad una serie di riflessioni che ampliano il campo d’interesse a discorsi sull’autorialità, sull’intertestualità e sulla relazione tra autrice, testo e tradizione. Per tale ragione, questo contributo si propone di indagare alcune tracce dantesche che emergono nel romanzo La Storia (1974), in riferimento alla citazione diretta di alcuni versi del XXIII e XXX canto del Paradiso nell’ultimo dialogo tra Useppe e Davide Segre. Mia intenzione è dimostrare come, nella crisi intellettuale attraversata da Morante negli anni della gestazione della Storia, la memoria dantesca offra alla scrittrice interessanti suggestioni nella più ampia riflessione sul ruolo del poeta e della scrittura nella società contemporanea. Infine, prendendo in considerazione il celebre motivetto «È tutto uno scherzo», udito una prima volta da Useppe durante la gita al campo partigiano di Nino e poi nella radura circolare poco prima del tragico epilogo, si proporrà un’interpretazione parodistica della pratica intertestuale nell’opera morantiana e nella costruzione del personaggio di Davide SegreI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


