Dalla polemica antiermetica e dalle esigenze narrative del periodo post-bellico nasce, nel secondo Novecento, la richiesta di una poesia più attenta a quelli che Raboni definiva i “dati” della realtà, dunque più inclusiva e narrativa. A queste istanze si dimostrano variamente sensibili i poeti della generazione degli anni ’80 dell’Ottocento, a partire dall’Ungaretti de Il Dolore (1947), che viene paragonato da Raboni al Sereni di Diario d’Algeria (1947) e al Luzi di Onore del vero (1957). L’articolo analizza il modo in cui Sereni e Luzi si confrontano con la lezione ungarettiana della poesia come Vita d’un uomo, per verificare se il soggettivismo lirico possa ancora essere una chiave valida di comprensione ed espressione della realtà.
Ungaretti e i dati di realtà nel secondo Novecento: interpretazioni e letture di Raboni, Sereni e Luzi
Francesco Sielo
2023
Abstract
Dalla polemica antiermetica e dalle esigenze narrative del periodo post-bellico nasce, nel secondo Novecento, la richiesta di una poesia più attenta a quelli che Raboni definiva i “dati” della realtà, dunque più inclusiva e narrativa. A queste istanze si dimostrano variamente sensibili i poeti della generazione degli anni ’80 dell’Ottocento, a partire dall’Ungaretti de Il Dolore (1947), che viene paragonato da Raboni al Sereni di Diario d’Algeria (1947) e al Luzi di Onore del vero (1957). L’articolo analizza il modo in cui Sereni e Luzi si confrontano con la lezione ungarettiana della poesia come Vita d’un uomo, per verificare se il soggettivismo lirico possa ancora essere una chiave valida di comprensione ed espressione della realtà.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


