La pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto dirompente sull’economia italiana ed europea, dovuto innanzitutto alla considerevole e persistente perdita di introiti - e pertanto di gettito - in molteplici settori, che ha inciso fortemente sulla situazione patrimoniale e finanziaria delle imprese con il rischio di pesanti ripercussioni anche sulla loro capitalizzazione e produttività nel lungo periodo. Il calo della domanda complessiva e l’irrigidimento delle politiche creditizie degli istituti di credito avrebbero potuto innescare una spirale recessiva. Questo drammatico scenario è stato evitato, o almeno contenuto, grazie all’introduzione da parte dell’Unione Europea e degli Stati membri di un ampio insieme di misure finanziarie e fiscali agevolative di sostegno, focalizzate in particolare sui settori produttivi maggiormente colpiti, che hanno consentito di far fronte, almeno parzialmente, ai fabbisogni di liquidità e patrimoniali. In tale contesto, il coordinamento delle politiche fiscali nazionali e di stabilizzazione dei mercati esercitato dagli Organi istituzionali UE e dalla Banca Centrale Europea si è rivelato un fattore essenziale per il rafforzamento della fiducia ed il mantenimento di condizioni di finanziamento favorevoli. Così come l’introduzione da parte dell’Unione Europea di importanti strumenti - come Next Generation-EU - finalizzati a garantire ingenti risorse agli Stati membri più colpiti, così da velocizzarne la ripresa e limitare l’impatto della crisi sulle finanze pubbliche. Evidente è stato il ruolo macroeconomico della politica fiscale e finanziaria, atteso che determinante per la ripresa economica è stato un insieme di riforme ed investimenti che hanno assicurato al contempo uno stimolo fiscale, e quindi una più veloce ripresa nel breve periodo, ed un aumento della crescita potenziale nel medio-lungo periodo. Gli strumenti implementati hanno rappresentato una svolta nel processo di integrazione economica europea dalla quale è scaturita una duplice sfida, da un lato per gli Stati membri quella di presentare dei piani di ripresa e resilienza con una serie di riforme e investimenti la cui implementazione recasse i maggiori vantaggi possibili sia nel breve che nel medio-lungo periodo; dall’altro per le istituzioni europee quella di essere capaci di guidare efficacemente un processo di ripresa improntato ad un modello di crescita economica competitivo, equo e sostenibile. Inoltre, la situazione emergenziale è stata l’occasione per una riflessione che ha condotto sia la Commissione UE che il Consiglio europeo ad evidenziare la necessità di politiche fiscali coordinate fondate sulla solidarietà e sull’assistenza finanziaria tra gli Stati membri, nonché di criteri per un’equa redistribuzione delle risorse. D’altronde l'introduzione del principio dell'equilibrio di bilancio ed il potenziamento dei vincoli di finanza pubblica, finalizzati al contenimento del debito, hanno avuto pesanti ripercussioni non solo sul controllo della spesa pubblica, ma anche per quanto concerne la dinamica delle entrate, in virtù della correlazione intercorrente tra ricorso all'indebitamento ed imposizione fiscale, rappresentando tali leve, assieme all’inflazione monetaria, gli strumenti fondamentali di cui lo Stato dispone per finanziare la spesa pubblica. In definitiva, i più recenti e specifici meccanismi finalizzati alla ripresa economica dalla crisi pandemica e le politiche fiscali espansive adottate dai singoli Stati membri hanno messo in evidenza la stretta interconnessione delle politiche economiche e monetarie con le misure fiscali, oltre alla necessità di adeguare tali ultime politiche ad una visione complessiva fondata sulla solidarietà.

Le interconnessioni tra politica economica, monetaria e fiscale UE nella fase post pandemica

TRIGGIANI, Silvia
2022

Abstract

La pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto dirompente sull’economia italiana ed europea, dovuto innanzitutto alla considerevole e persistente perdita di introiti - e pertanto di gettito - in molteplici settori, che ha inciso fortemente sulla situazione patrimoniale e finanziaria delle imprese con il rischio di pesanti ripercussioni anche sulla loro capitalizzazione e produttività nel lungo periodo. Il calo della domanda complessiva e l’irrigidimento delle politiche creditizie degli istituti di credito avrebbero potuto innescare una spirale recessiva. Questo drammatico scenario è stato evitato, o almeno contenuto, grazie all’introduzione da parte dell’Unione Europea e degli Stati membri di un ampio insieme di misure finanziarie e fiscali agevolative di sostegno, focalizzate in particolare sui settori produttivi maggiormente colpiti, che hanno consentito di far fronte, almeno parzialmente, ai fabbisogni di liquidità e patrimoniali. In tale contesto, il coordinamento delle politiche fiscali nazionali e di stabilizzazione dei mercati esercitato dagli Organi istituzionali UE e dalla Banca Centrale Europea si è rivelato un fattore essenziale per il rafforzamento della fiducia ed il mantenimento di condizioni di finanziamento favorevoli. Così come l’introduzione da parte dell’Unione Europea di importanti strumenti - come Next Generation-EU - finalizzati a garantire ingenti risorse agli Stati membri più colpiti, così da velocizzarne la ripresa e limitare l’impatto della crisi sulle finanze pubbliche. Evidente è stato il ruolo macroeconomico della politica fiscale e finanziaria, atteso che determinante per la ripresa economica è stato un insieme di riforme ed investimenti che hanno assicurato al contempo uno stimolo fiscale, e quindi una più veloce ripresa nel breve periodo, ed un aumento della crescita potenziale nel medio-lungo periodo. Gli strumenti implementati hanno rappresentato una svolta nel processo di integrazione economica europea dalla quale è scaturita una duplice sfida, da un lato per gli Stati membri quella di presentare dei piani di ripresa e resilienza con una serie di riforme e investimenti la cui implementazione recasse i maggiori vantaggi possibili sia nel breve che nel medio-lungo periodo; dall’altro per le istituzioni europee quella di essere capaci di guidare efficacemente un processo di ripresa improntato ad un modello di crescita economica competitivo, equo e sostenibile. Inoltre, la situazione emergenziale è stata l’occasione per una riflessione che ha condotto sia la Commissione UE che il Consiglio europeo ad evidenziare la necessità di politiche fiscali coordinate fondate sulla solidarietà e sull’assistenza finanziaria tra gli Stati membri, nonché di criteri per un’equa redistribuzione delle risorse. D’altronde l'introduzione del principio dell'equilibrio di bilancio ed il potenziamento dei vincoli di finanza pubblica, finalizzati al contenimento del debito, hanno avuto pesanti ripercussioni non solo sul controllo della spesa pubblica, ma anche per quanto concerne la dinamica delle entrate, in virtù della correlazione intercorrente tra ricorso all'indebitamento ed imposizione fiscale, rappresentando tali leve, assieme all’inflazione monetaria, gli strumenti fondamentali di cui lo Stato dispone per finanziare la spesa pubblica. In definitiva, i più recenti e specifici meccanismi finalizzati alla ripresa economica dalla crisi pandemica e le politiche fiscali espansive adottate dai singoli Stati membri hanno messo in evidenza la stretta interconnessione delle politiche economiche e monetarie con le misure fiscali, oltre alla necessità di adeguare tali ultime politiche ad una visione complessiva fondata sulla solidarietà.
2022
Triggiani, Silvia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/520688
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