Negli ultimi mesi del 1708 vedeva la luce il Memoriale istorico dell’abate spagnolo Giovanni Battista Pujadies dedicato al marchese di Rofrano Girolamo Capece, figura di rilievo della congiura antigovernativa del 1701 e, successivamente, fra gli ufficiali a capo dell’esercito austriaco che conquisterà i territori meridionali nell’estate del 1707. Inesauribile fonte per lo studio delle vicende che caratterizzeranno l’ultimo anno del viceceame spagnolo, il Memoriale offre nel contempo una preziosa e per molti versi inedita testimonianza sullo stato delle principali piazzeforti del regno agli inizi del Settecento, dalla consistenza delle truppe, delle munizioni e delle attrezzature sino alla descrizione di fortificazioni ancora in gran parte legate ad obsoleti schemi tardocinquecenteschi nonostante gli adeguamenti frettolosamente predisposti dai tecnici militari. Proprio in quest’ottica, attraverso una corretta lettura del testo e, soprattutto, degli aggiornatissimi rilievi delle piazze di Capua, Pescara e Gaeta, di palese matrice militare, il contributo analizza gli interventi portati avanti dal governo spagnolo tra la fine del XVII e i primissimi anni del XVIII secolo, tutti di modesta entità ma in ogni caso esemplari nell’ottica del necessario – seppur tardivo – aggiornamento delle difese del regno proseguito poi in maniera più organica durante il successivo trentennio di dominazione austriaca. Mi riferisco, in particolare, al rivellino di porta Napoli realizzato a Capua intorno al 1705 da Giorgio Di Natale sul modello di analoghe soluzioni teorizzate dal Vauban alla fine degli anni Sessanta del secolo precedente, e agli esteriori ripari predisposti tra il 1703 e il 1706 a difesa della porta di terra di Gaeta con la consulenza dell’ingegnere francese Jacques-René de Brisay de Denonville; contraltare a queste iniziative, la rappresentazione di Pescara ancora priva di opere esterne alle mura cinquecentesche racconta, viceversa, delle difficoltà nel potenziare la piazzaforte a dispetto dei diversi e ambizioni progetti avanzati dagli ingegneri militari di area napoletana e francese già alla fine del Seicento ma mai messi in opera.

'Fortezze alla prova del fuoco'. Vecchie e nuove difese nel regno di Napoli dal Memoriale istorico di Giovanni Battista Pujadies (1708)

pignatelli spinazzola
2023

Abstract

Negli ultimi mesi del 1708 vedeva la luce il Memoriale istorico dell’abate spagnolo Giovanni Battista Pujadies dedicato al marchese di Rofrano Girolamo Capece, figura di rilievo della congiura antigovernativa del 1701 e, successivamente, fra gli ufficiali a capo dell’esercito austriaco che conquisterà i territori meridionali nell’estate del 1707. Inesauribile fonte per lo studio delle vicende che caratterizzeranno l’ultimo anno del viceceame spagnolo, il Memoriale offre nel contempo una preziosa e per molti versi inedita testimonianza sullo stato delle principali piazzeforti del regno agli inizi del Settecento, dalla consistenza delle truppe, delle munizioni e delle attrezzature sino alla descrizione di fortificazioni ancora in gran parte legate ad obsoleti schemi tardocinquecenteschi nonostante gli adeguamenti frettolosamente predisposti dai tecnici militari. Proprio in quest’ottica, attraverso una corretta lettura del testo e, soprattutto, degli aggiornatissimi rilievi delle piazze di Capua, Pescara e Gaeta, di palese matrice militare, il contributo analizza gli interventi portati avanti dal governo spagnolo tra la fine del XVII e i primissimi anni del XVIII secolo, tutti di modesta entità ma in ogni caso esemplari nell’ottica del necessario – seppur tardivo – aggiornamento delle difese del regno proseguito poi in maniera più organica durante il successivo trentennio di dominazione austriaca. Mi riferisco, in particolare, al rivellino di porta Napoli realizzato a Capua intorno al 1705 da Giorgio Di Natale sul modello di analoghe soluzioni teorizzate dal Vauban alla fine degli anni Sessanta del secolo precedente, e agli esteriori ripari predisposti tra il 1703 e il 1706 a difesa della porta di terra di Gaeta con la consulenza dell’ingegnere francese Jacques-René de Brisay de Denonville; contraltare a queste iniziative, la rappresentazione di Pescara ancora priva di opere esterne alle mura cinquecentesche racconta, viceversa, delle difficoltà nel potenziare la piazzaforte a dispetto dei diversi e ambizioni progetti avanzati dagli ingegneri militari di area napoletana e francese già alla fine del Seicento ma mai messi in opera.
2023
Spinazzola, Pignatelli
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