Nel quadro di un progetto di ricerca sulla città di Ancona in età contemporanea, diretto da Fulvio Cammarano, il saggio si occupa di un decennio chiave quale gli anni Settanta, attraverso una ricerca in fonti d’archivio e giornalistiche. In tali anni il capoluogo dorico raggiunge per certi versi il suo apice e per altri inizia il proprio declino. A inizio decennio arriva l’ente Regione, che afferma un ruolo di capitale che altre conurbazioni, innanzitutto quella pesarese, fanno via via più fatica a riconoscere. Ancona, emerge, si scopre così centro di una regione senza centro. Tuttavia, in un sistema altrettanto policentrico dal punto di vista universitario, Ancona riesce a divenire sede universitaria, concentrando su di sé poli fondamentali come quello di medicina e quello economico, sottraendo opportunità a sedi storiche dell’interno, quali Urbino, Camerino, Macerata. Tale polo universitario, guardando da mezzo secolo di distanza, ha avuto un ruolo fondamentale nel rallentare il declino della città. Memorabile per la città di Ancona è che venga colpita da un lungo sciame sismico, che si protrae per mesi e finirà per attestarne la porosità verso un interno della regione dove fino ad allora giungevano abitanti verso il capoluogo e, dal sisma in avanti ne rifluiscono tanto che, quei 110.000 abitanti toccati nel censimento del 1971 non fanno che ridursi fino all’oggi. Infine, dal punto di vista politico è utile percorrere le figure dei due sindaci che hanno fatto il decennio, Alfredo Trifogli, democristiano, e Guido Monina, repubblicano, a capo di una giunta di centro-sinistra con i comunisti.
La terra trema, ma arriva l'Università (1970-1979)
G. Carotenuto
2023
Abstract
Nel quadro di un progetto di ricerca sulla città di Ancona in età contemporanea, diretto da Fulvio Cammarano, il saggio si occupa di un decennio chiave quale gli anni Settanta, attraverso una ricerca in fonti d’archivio e giornalistiche. In tali anni il capoluogo dorico raggiunge per certi versi il suo apice e per altri inizia il proprio declino. A inizio decennio arriva l’ente Regione, che afferma un ruolo di capitale che altre conurbazioni, innanzitutto quella pesarese, fanno via via più fatica a riconoscere. Ancona, emerge, si scopre così centro di una regione senza centro. Tuttavia, in un sistema altrettanto policentrico dal punto di vista universitario, Ancona riesce a divenire sede universitaria, concentrando su di sé poli fondamentali come quello di medicina e quello economico, sottraendo opportunità a sedi storiche dell’interno, quali Urbino, Camerino, Macerata. Tale polo universitario, guardando da mezzo secolo di distanza, ha avuto un ruolo fondamentale nel rallentare il declino della città. Memorabile per la città di Ancona è che venga colpita da un lungo sciame sismico, che si protrae per mesi e finirà per attestarne la porosità verso un interno della regione dove fino ad allora giungevano abitanti verso il capoluogo e, dal sisma in avanti ne rifluiscono tanto che, quei 110.000 abitanti toccati nel censimento del 1971 non fanno che ridursi fino all’oggi. Infine, dal punto di vista politico è utile percorrere le figure dei due sindaci che hanno fatto il decennio, Alfredo Trifogli, democristiano, e Guido Monina, repubblicano, a capo di una giunta di centro-sinistra con i comunisti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.