L’oggetto di studio del presente contributo, condotto nell’ambito della disciplina del ‘disegno’, è il motivo decorativo dell’intreccio, tema comune al vasto bacino delle culture mediterranee. L’aria di indagine è la costiera amalfitana, un territorio allo stesso tempo unico e rappresentativo dell’espressione di mediterraneità. Probabilmente, proprio il suo essere avamposto e luogo privilegiato per i rapporti commerciali con Bisanzio e l’Oriente islamico ha fatto in modo che le testimonianze artistiche e architettoniche locali siano state fortemente segnate da una cultura della contaminazione di cui la storia di questi luoghi ne è fortemente permeata. Infatti, la sua condizione naturale ha favorito non solo la nascita di innumerevoli rapporti fra ‘genti’ diverse, ma ha anche ibridato la cultura della locale decorazione, al punto che non è difficile trovare in questi luoghi tracce evidenti del vicino Oriente e del nord Africa. Nello specifico, si analizza qui il tema dell’intreccio, una forma decorativa basata sulla ripetizione di motivi più o meno complessi, incrociati e aggrovigliati fra loro. Il tema, qui esaminato in ambito architettonico, riguarda in particolare il motivo degli archi intrecciati su superficie cilindrica. In riferimento a questi ultimi, è stato compiuto uno studio a scala territoriale per individuare le architetture, civili e religiose, che accolgono tale motivo decorativo. Lo studio è stato condotto non solo tramite fonti bibliografiche, ma anche archivi e sistemi geografici territoriali digitali. Ciò ha permesso di estendere tale ricerca a casi-studio non ancora o del tutto indagati. Sono stati individuati 178 beni (149 ecclesiali e 29 civili), di cui in 12 di essi (9 ecclesiali e 3 civili) si riscontra la presenza di archi con motivo a intreccio. Alla scala architettonica, l’obiettivo di compiere un’analisi critica configurativa delle invarianti geometriche, che ne costituiscono la genesi, è stato perseguito anche tramite le nuove opportunità offerte dalle tecnologie digitali di rilievo e rappresentazione nel campo dell’architettura. In particolare, sono stati utilizzati sensori ottici passivi montati su velivoli radiocomandati, tramite cui sono stati acquisiti i dataset fotografici necessari al processo fotogrammetrico digitale nonché suggestivi scorci paesaggistici per la documentazione fotografica dei beni. Inoltre, il loro impiego ha permesso di rispondere al tema dell’accessibilità dei luoghi. Dal processo fotogrammetrico digitale sono derivate rappresentazioni tridimensionali dei beni sotto forma di modelli puntiformi e/o poligonali. In tema di decorazione, questi modelli si presentano come veri e propri calchi del reale, quasi un negativo del bene. La successiva fase digitale di elaborazione grafica dei dati acquisiti in fase di campagna ha permesso di individuare sia le simmetrie geometriche, a cui essi sono soggetti, che il differente ordine delle linee curve, e di collocare questi motivi ornamentali in un più ampio contesto simbolico.

The object of study is the decorative motif of the weave, a theme common to the vast basin of Mediterranean cultures. The study is conducted within the framework of the Drawing discipline and the area of investigation is the Amalfi Coast, a territory that is both unique and representative of the Mediterranean. Probably, its being an outpost and privileged place for commercial relations with Byzantium and the Islamic East has ensured that the local artistic and architectural testimonies have been strongly marked by a culture of contamination whose history of these places is strongly influenced by it. Indeed, its natural condition has not only favored the birth of innumerable relationships between different ‘people’ but has also hybridized the culture of local decoration. Therefore, in these places traces of the Near East and North Africa are evident. Specifically, the theme of weaving is analyzed, a decorative form based on the repetition of more or less complex, crossed and tangled motifs. In particular, the theme concerns the motif of the intertwined arches on a cylindrical surface and is examined in the architectural field. With reference to the latter, a study was carried out on a territorial scale to identify the civil and religious architectures that accommodate this decorative motif. The study was conducted not only through bibliographic sources, but also archives and digital territorial geographic systems. This made it possible to extend this research to case studies not yet or fully investigated. 178 properties have been identified (149 ecclesial and 29 civil), of which in 12 of them (9 ecclesial and 3 civil) there is the presence of arches with interweaving motifs. At the architectural scale, the purpose of carrying out a critical configurative analysis of the geometric invariants, which constitute its genesis, was also pursued through the new opportunities offered by digital technologies of survey and representation in the field of architecture. In particular, passive optical sensors mounted on aircraft were used, through which the photographic datasets necessary for the digital photogrammetric process were acquired as well as suggestive landscape views for the photographic documentation of the assets. Furthermore, their use has made it possible to respond to the issue of the accessibility of places. Three-dimensional representations of the assets in the form of point and/or polygonal models were obtained from the digital photogrammetric process. In the context of decoration, these models are presented as real casts of reality, almost a negative of the good. The subsequent digital phase of graphic processing of the data acquired in the campaign phase allowed to identify both the geometric symmetries to which they are subject, and the different order of the curved lines, and to place these ornamental motifs in a wider symbolic context.

Linguaggi Grafici. Decorazione

Ornella Zerlenga
;
Margherita Cicala;Rosina Iaderosa
2022

Abstract

L’oggetto di studio del presente contributo, condotto nell’ambito della disciplina del ‘disegno’, è il motivo decorativo dell’intreccio, tema comune al vasto bacino delle culture mediterranee. L’aria di indagine è la costiera amalfitana, un territorio allo stesso tempo unico e rappresentativo dell’espressione di mediterraneità. Probabilmente, proprio il suo essere avamposto e luogo privilegiato per i rapporti commerciali con Bisanzio e l’Oriente islamico ha fatto in modo che le testimonianze artistiche e architettoniche locali siano state fortemente segnate da una cultura della contaminazione di cui la storia di questi luoghi ne è fortemente permeata. Infatti, la sua condizione naturale ha favorito non solo la nascita di innumerevoli rapporti fra ‘genti’ diverse, ma ha anche ibridato la cultura della locale decorazione, al punto che non è difficile trovare in questi luoghi tracce evidenti del vicino Oriente e del nord Africa. Nello specifico, si analizza qui il tema dell’intreccio, una forma decorativa basata sulla ripetizione di motivi più o meno complessi, incrociati e aggrovigliati fra loro. Il tema, qui esaminato in ambito architettonico, riguarda in particolare il motivo degli archi intrecciati su superficie cilindrica. In riferimento a questi ultimi, è stato compiuto uno studio a scala territoriale per individuare le architetture, civili e religiose, che accolgono tale motivo decorativo. Lo studio è stato condotto non solo tramite fonti bibliografiche, ma anche archivi e sistemi geografici territoriali digitali. Ciò ha permesso di estendere tale ricerca a casi-studio non ancora o del tutto indagati. Sono stati individuati 178 beni (149 ecclesiali e 29 civili), di cui in 12 di essi (9 ecclesiali e 3 civili) si riscontra la presenza di archi con motivo a intreccio. Alla scala architettonica, l’obiettivo di compiere un’analisi critica configurativa delle invarianti geometriche, che ne costituiscono la genesi, è stato perseguito anche tramite le nuove opportunità offerte dalle tecnologie digitali di rilievo e rappresentazione nel campo dell’architettura. In particolare, sono stati utilizzati sensori ottici passivi montati su velivoli radiocomandati, tramite cui sono stati acquisiti i dataset fotografici necessari al processo fotogrammetrico digitale nonché suggestivi scorci paesaggistici per la documentazione fotografica dei beni. Inoltre, il loro impiego ha permesso di rispondere al tema dell’accessibilità dei luoghi. Dal processo fotogrammetrico digitale sono derivate rappresentazioni tridimensionali dei beni sotto forma di modelli puntiformi e/o poligonali. In tema di decorazione, questi modelli si presentano come veri e propri calchi del reale, quasi un negativo del bene. La successiva fase digitale di elaborazione grafica dei dati acquisiti in fase di campagna ha permesso di individuare sia le simmetrie geometriche, a cui essi sono soggetti, che il differente ordine delle linee curve, e di collocare questi motivi ornamentali in un più ampio contesto simbolico.
2022
Zerlenga, Ornella; Cicala, Margherita; Iaderosa, Rosina
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/507056
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