Attraverso l’analisi di un nutrito corpus iconografico, intrecciato con una serie di articoli pubblicati in gran parte sui periodici borbonici tra gli anni Trenta e Quaranta del XIX secolo, il contributo vuole mettere in risalto le trasformazioni ottocentesche dell’area del ponte della Maddalena, una ben circoscritta area ai margini sud-orientali della città di Napoli costretta tra le paludi e la costa, e già caratterizzata dalla presenza di piccoli opifici sorti in rapida sequenza dopo la riconversione dei Granili settecenteschi in un’imponente struttura polifunzionale strategicamente collocata lungo il principale ingresso alla capitale dalla fascia vesuviana. Filo conduttore di questo racconto è appunto il “fumo del progresso”, quello stesso nero e denso vapore che fuoriesce dalle ciminiere dei nuovi stabilimenti industriali che nell’arco di pochi anni si addosseranno ai lati della strada pubblica: proprio nello stridente contrasto con l’oramai sbiadito pennacchio del Vesuvio, da sempre icona nella raffigurazione della Napoli sette-ottocentesca ma adesso appena riconoscibile sullo sfondo, è possibile riconoscere la volontà di affrancarsi definitivamente dalla stereotipata rappresentazione della città “dalla Maddalena” tanto diffusa dal secolo precedente, per mettere viceversa in risalto il “grande indizio di progresso […], e presagire il grande slancio della nostra industria” – come enfaticamente sottolineato sulla stampa di regime – in un’area fino ad allora scarsamente urbanizzata e ancora legata alle tradizionali funzioni agricole, e che proprio in quegli stessi anni vedrà confermate quelle funzioni produttive che ne indirizzeranno lo sviluppo sino alla metà del secolo scorso.

Il fumo del progresso. Su alcune rappresentazioni ottocentesche del Ponte della Maddalena e dei Granili di Napoli

Pignatelli Spinazzola
2023

Abstract

Attraverso l’analisi di un nutrito corpus iconografico, intrecciato con una serie di articoli pubblicati in gran parte sui periodici borbonici tra gli anni Trenta e Quaranta del XIX secolo, il contributo vuole mettere in risalto le trasformazioni ottocentesche dell’area del ponte della Maddalena, una ben circoscritta area ai margini sud-orientali della città di Napoli costretta tra le paludi e la costa, e già caratterizzata dalla presenza di piccoli opifici sorti in rapida sequenza dopo la riconversione dei Granili settecenteschi in un’imponente struttura polifunzionale strategicamente collocata lungo il principale ingresso alla capitale dalla fascia vesuviana. Filo conduttore di questo racconto è appunto il “fumo del progresso”, quello stesso nero e denso vapore che fuoriesce dalle ciminiere dei nuovi stabilimenti industriali che nell’arco di pochi anni si addosseranno ai lati della strada pubblica: proprio nello stridente contrasto con l’oramai sbiadito pennacchio del Vesuvio, da sempre icona nella raffigurazione della Napoli sette-ottocentesca ma adesso appena riconoscibile sullo sfondo, è possibile riconoscere la volontà di affrancarsi definitivamente dalla stereotipata rappresentazione della città “dalla Maddalena” tanto diffusa dal secolo precedente, per mettere viceversa in risalto il “grande indizio di progresso […], e presagire il grande slancio della nostra industria” – come enfaticamente sottolineato sulla stampa di regime – in un’area fino ad allora scarsamente urbanizzata e ancora legata alle tradizionali funzioni agricole, e che proprio in quegli stessi anni vedrà confermate quelle funzioni produttive che ne indirizzeranno lo sviluppo sino alla metà del secolo scorso.
2023
Pignatelli, Spinazzola
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/500568
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact