Il 2022 è iniziato con il risorgere della pandemia dovuta al Covid-19. Senza dubbio gli operatori e le destinazioni turistiche dovranno continuare ad operare in quello che si chiama la fase del “turismo nel Covid” e far fronte ad una situazione complessa ed imprevedibile. Sin dagli anni Settanta dello scorso secolo, il turismo è stato caratterizzato da rilevanti cambiamenti che hanno determinato la ridefinizione dell’esperienza turistica con particolare accento sulla dimensione culturale e diversificazione della domanda e quindi valorizzazione delle identità locali e ricerca del genius loci dei luoghi visitati. I contenuti esperienziali ed emozionali vedono nel turismo lento (o slow tourism) un recente approccio in grado, da un lato, di soddisfare le esigenze di un turista più consapevole, dall’altro, di porsi come una strategia di affermazione della sostenibilità in tutti gli ambiti, dai trasporti (preferenza uso di biciclette) alla cultura passando dal cibo per confermare l’interesse per un pianeta sempre più sano. In Italia furono questi i presupposti significativi in occasione dell’anno nazionale del Turismo Lento 2019, che posero le basi soprattutto per la rivalutazione delle località poco conosciute attraverso esperienze perlustrative ed innovative. In che modo il turismo lento diviene uno strumento di sviluppo turistico, locale e sostenibile? Questa è una delle domande di ricerca a cui il presente lavoro proverà a rispondere anche alla luce degli effetti della caduta della domanda turistica come conseguenza della pandemia. Infatti, la fase attuale impone un ripensamento delle modalità del viaggiare e secondo valutazioni qualitative, legate inoltre a ragioni di sicurezza e affidabilità delle destinazioni, ad un accorciamento del raggio d’azione con una crescita delle vacanze di prossimità. I territori hanno attivato processi investendo sulla valorizzazione del passato, delle identità locali, sull’attenzione per l’ambiente e sul recupero del patrimonio culturale, materiale e immateriale, anche edilizio non più utilizzato, quale risorsa fondamentale per il rilancio di aree spesso marginali. Tutto ciò permette di creare reti di relazione che vanno oltre i luoghi, verso modelli turistici che hanno bisogno di lentezza e strategie operative diversificate. Dal punto di vista metodologico, dopo una disamina della letteratura esistente sul tema dei turismi emergenti per rispondere alla sfida della ripresa pandemica, il contributo presenterà i risultati dell’osservazione di alcuni casi di studio nell’area del Sud Italia, riguardanti la costruzione di itinerari inediti per un turismo sostenibile e lento che prevede il riutilizzo del patrimonio culturale, edilizio, storico e architettonico talvolta dismesso (fari, edifici costieri, dimore, ferrovie, case cantoniere e similari).

Il ruolo del patrimonio dismesso nello sviluppo del turismo lento di prossimità

Rosario De Iulio;
2022

Abstract

Il 2022 è iniziato con il risorgere della pandemia dovuta al Covid-19. Senza dubbio gli operatori e le destinazioni turistiche dovranno continuare ad operare in quello che si chiama la fase del “turismo nel Covid” e far fronte ad una situazione complessa ed imprevedibile. Sin dagli anni Settanta dello scorso secolo, il turismo è stato caratterizzato da rilevanti cambiamenti che hanno determinato la ridefinizione dell’esperienza turistica con particolare accento sulla dimensione culturale e diversificazione della domanda e quindi valorizzazione delle identità locali e ricerca del genius loci dei luoghi visitati. I contenuti esperienziali ed emozionali vedono nel turismo lento (o slow tourism) un recente approccio in grado, da un lato, di soddisfare le esigenze di un turista più consapevole, dall’altro, di porsi come una strategia di affermazione della sostenibilità in tutti gli ambiti, dai trasporti (preferenza uso di biciclette) alla cultura passando dal cibo per confermare l’interesse per un pianeta sempre più sano. In Italia furono questi i presupposti significativi in occasione dell’anno nazionale del Turismo Lento 2019, che posero le basi soprattutto per la rivalutazione delle località poco conosciute attraverso esperienze perlustrative ed innovative. In che modo il turismo lento diviene uno strumento di sviluppo turistico, locale e sostenibile? Questa è una delle domande di ricerca a cui il presente lavoro proverà a rispondere anche alla luce degli effetti della caduta della domanda turistica come conseguenza della pandemia. Infatti, la fase attuale impone un ripensamento delle modalità del viaggiare e secondo valutazioni qualitative, legate inoltre a ragioni di sicurezza e affidabilità delle destinazioni, ad un accorciamento del raggio d’azione con una crescita delle vacanze di prossimità. I territori hanno attivato processi investendo sulla valorizzazione del passato, delle identità locali, sull’attenzione per l’ambiente e sul recupero del patrimonio culturale, materiale e immateriale, anche edilizio non più utilizzato, quale risorsa fondamentale per il rilancio di aree spesso marginali. Tutto ciò permette di creare reti di relazione che vanno oltre i luoghi, verso modelli turistici che hanno bisogno di lentezza e strategie operative diversificate. Dal punto di vista metodologico, dopo una disamina della letteratura esistente sul tema dei turismi emergenti per rispondere alla sfida della ripresa pandemica, il contributo presenterà i risultati dell’osservazione di alcuni casi di studio nell’area del Sud Italia, riguardanti la costruzione di itinerari inediti per un turismo sostenibile e lento che prevede il riutilizzo del patrimonio culturale, edilizio, storico e architettonico talvolta dismesso (fari, edifici costieri, dimore, ferrovie, case cantoniere e similari).
2022
DE IULIO, Rosario; Privitera, Donatella; Ivona, Antonietta
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/493068
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact