Nel 1888 veniva pubblicato sulle pagine dell’Archivio Storico per le Province Napoletane un lungo e articolato saggio sul cosiddetto ‘sepolcro di Virgilio’ a firma del filologo Enrico Cocchia, da pochi anni titolare della cattedra di Lingua e Letteratura latina all’Università di Napoli. Attraverso la puntuale analisi dell’antica topografia partenopea e della rete dei collegamenti viari fra la città romana e l’area flegrea, Cocchia si dichiarerà a favore della genuinità di una sepoltura da sempre al centro di accesi dibattiti, schierandosi così fra i pochi studiosi che ancora alla fine dell’Ottocento sostenevano l’originalità di un monumento tanto celebrato quanto, però, oggetto di un secolare e colpevole abbandono. Proprio in quest’ottica il suo contributo darà il via all’immediata e vivace risposta del mondo culturale napoletano, una straordinaria mobilitazione culminata negli anni Venti del secolo successivo nel tanto agognato restauro del sepolcro promosso dall’Alto Commissariato per le opere pubbliche nell’ambito delle celebrazioni per il Bimillenario Virgiliano, e supervisionato dall’architetto Gino Chierici
«Quel monumento, della cui genuinità nutriamo fiducia». Enrico Cocchia e il restauro del sepolcro di Virgilio a Napoli
Giuseppe Pignatelli Spinazzola
2022
Abstract
Nel 1888 veniva pubblicato sulle pagine dell’Archivio Storico per le Province Napoletane un lungo e articolato saggio sul cosiddetto ‘sepolcro di Virgilio’ a firma del filologo Enrico Cocchia, da pochi anni titolare della cattedra di Lingua e Letteratura latina all’Università di Napoli. Attraverso la puntuale analisi dell’antica topografia partenopea e della rete dei collegamenti viari fra la città romana e l’area flegrea, Cocchia si dichiarerà a favore della genuinità di una sepoltura da sempre al centro di accesi dibattiti, schierandosi così fra i pochi studiosi che ancora alla fine dell’Ottocento sostenevano l’originalità di un monumento tanto celebrato quanto, però, oggetto di un secolare e colpevole abbandono. Proprio in quest’ottica il suo contributo darà il via all’immediata e vivace risposta del mondo culturale napoletano, una straordinaria mobilitazione culminata negli anni Venti del secolo successivo nel tanto agognato restauro del sepolcro promosso dall’Alto Commissariato per le opere pubbliche nell’ambito delle celebrazioni per il Bimillenario Virgiliano, e supervisionato dall’architetto Gino ChiericiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


