La correlazione tra follia e genialità si perde nei tempi e, già nella seconda metà dell’Ottocento, Cesare Lombroso, medico alienista, cominciò a sviluppare una fascinazione per quel filo che intreccia la follia al genio, alla creatività e alla devianza. Nel suo saggio Sulla pazzia di Cardano del 1855 appare una prima analisi del rapporto tra genio e follia. L’opera, dedicata a Girolamo Cardano, ricostruisce il mito della genialità del medico e matematico rinascimentale. Questa linea di analisi della anormalità psichica legata alla creatività geniale e alla devianza lo spinse nel 1897 ad incontrare Lev Tolstoj per verificare personalmente la presenza, nel romanziere russo, di segni degenerativi, che aveva già colto sulla base dell’osservazione delle sue sembianze fotografiche e che lo avevano spinto ad affermare che avesse «un aspetto cretinoso e degenerato». In seguito a tale incontro, in cui si scrutarono con reciproca diffidenza, il medico alienista definì Tolstoj come un esempio di «psicosi epilettoide del genio». Questo legame tra follia, creatività e genio pervade quasi tutte le opere di Lombroso, dalla prima edizione di Genio e follia del 1864, al successivo L’uomo di genio del 1894. Da allora tale legame è stato studiato e analizzato da diversi studiosi, da sociologi, da criminologi, da psicologi, da medici, ma anche da letterati e artisti, andando spesso a riprendere antichi miti e simboli.
Follia tra creatività, genio e devianza
G. Palermo
;G. Barbato
2022
Abstract
La correlazione tra follia e genialità si perde nei tempi e, già nella seconda metà dell’Ottocento, Cesare Lombroso, medico alienista, cominciò a sviluppare una fascinazione per quel filo che intreccia la follia al genio, alla creatività e alla devianza. Nel suo saggio Sulla pazzia di Cardano del 1855 appare una prima analisi del rapporto tra genio e follia. L’opera, dedicata a Girolamo Cardano, ricostruisce il mito della genialità del medico e matematico rinascimentale. Questa linea di analisi della anormalità psichica legata alla creatività geniale e alla devianza lo spinse nel 1897 ad incontrare Lev Tolstoj per verificare personalmente la presenza, nel romanziere russo, di segni degenerativi, che aveva già colto sulla base dell’osservazione delle sue sembianze fotografiche e che lo avevano spinto ad affermare che avesse «un aspetto cretinoso e degenerato». In seguito a tale incontro, in cui si scrutarono con reciproca diffidenza, il medico alienista definì Tolstoj come un esempio di «psicosi epilettoide del genio». Questo legame tra follia, creatività e genio pervade quasi tutte le opere di Lombroso, dalla prima edizione di Genio e follia del 1864, al successivo L’uomo di genio del 1894. Da allora tale legame è stato studiato e analizzato da diversi studiosi, da sociologi, da criminologi, da psicologi, da medici, ma anche da letterati e artisti, andando spesso a riprendere antichi miti e simboli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.