Lo studio intende indagare il nesso tra follia, devianza e forme di ordine sociale, utilizzando concetti fondamentali nella prospettiva della Sociologia dell’azione e della Sociologia giuridica, della devianza e del mutamento sociale. Più nello specifico, il contributo si propone di analizzare, seppur brevemente, vicende già narrate nei testi classici della mitologia greca, esaminando quattro personaggi che, per ragioni diverse, hanno a che fare con la perdita improvvisa del senno: Eracle, Aiace, Ulisse e Oreste. Nei quattro casi presentati è rappresentata la declinazione al maschile della follia secondo il mito greco; essa solitamente attiva un percorso distruttivo dello status eroico, quel sigillo identitario a cui pure i protagonisti maschili della vicenda mitica a volte tendono con determinazione implacabile. Può rintracciarsi un significato, un valore sociologico, nella condizione furente, allucinatoria e irrazionale che fa perdere il senno ai mortali, per quanto eroi? L’intento dello studio è interrogarsi sul significato simbolico e ideal-tipico di vicende e percorsi che, per molti versi, restano sempre attuali. La follia verrà considerata come espediente letterario e motore dell’azione individuale; essa genera devianza, innescando così dinamiche sociali che attraversano i grandi temi comuni all’indagine di molte scienze sociali e del comportamento. Il problema della colpa e della intenzionalità del reo, il rispetto delle norme sociali, la responsabilità di fronte a sé stessi e alla comunità, i diversi tipi di punizione e di premio, l’atteggiamento del colpevole: pentimento, confessione, negazione, volontà di riscatto. Nonostante per i Greci la follia fosse una malattia senza rimedio, spesso effetto di una guerra interna al Soggetto, l’obiettivo finale dello studio è mettere in luce come la sequenza di azioni innescate dalla follia conduca il folle, il reo, ad azione conformi. E come tale conformità possa a sua volta costituire la precondizione di un nuovo ordine sociale, stabilitosi nel gruppo o nella vita stessa del soggetto deviante.
La devianza degli eroi. L’ordine sociale tra mito e follia
angelo zotti
2022
Abstract
Lo studio intende indagare il nesso tra follia, devianza e forme di ordine sociale, utilizzando concetti fondamentali nella prospettiva della Sociologia dell’azione e della Sociologia giuridica, della devianza e del mutamento sociale. Più nello specifico, il contributo si propone di analizzare, seppur brevemente, vicende già narrate nei testi classici della mitologia greca, esaminando quattro personaggi che, per ragioni diverse, hanno a che fare con la perdita improvvisa del senno: Eracle, Aiace, Ulisse e Oreste. Nei quattro casi presentati è rappresentata la declinazione al maschile della follia secondo il mito greco; essa solitamente attiva un percorso distruttivo dello status eroico, quel sigillo identitario a cui pure i protagonisti maschili della vicenda mitica a volte tendono con determinazione implacabile. Può rintracciarsi un significato, un valore sociologico, nella condizione furente, allucinatoria e irrazionale che fa perdere il senno ai mortali, per quanto eroi? L’intento dello studio è interrogarsi sul significato simbolico e ideal-tipico di vicende e percorsi che, per molti versi, restano sempre attuali. La follia verrà considerata come espediente letterario e motore dell’azione individuale; essa genera devianza, innescando così dinamiche sociali che attraversano i grandi temi comuni all’indagine di molte scienze sociali e del comportamento. Il problema della colpa e della intenzionalità del reo, il rispetto delle norme sociali, la responsabilità di fronte a sé stessi e alla comunità, i diversi tipi di punizione e di premio, l’atteggiamento del colpevole: pentimento, confessione, negazione, volontà di riscatto. Nonostante per i Greci la follia fosse una malattia senza rimedio, spesso effetto di una guerra interna al Soggetto, l’obiettivo finale dello studio è mettere in luce come la sequenza di azioni innescate dalla follia conduca il folle, il reo, ad azione conformi. E come tale conformità possa a sua volta costituire la precondizione di un nuovo ordine sociale, stabilitosi nel gruppo o nella vita stessa del soggetto deviante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.