Strategicamente posta lungo la linea difensiva del fiume Volturno, e punto di passaggio obbligato nel percorrere la via Appia, sin dalla sua fondazione Capua ha conservato ben saldo il ruolo di principale avamposto militare del regno, gravoso status che ne condizionerà tuttavia lo sviluppo ancora sino agli albori dell’età contemporanea. Protagoniste assolute delle prime, ingenue rappresentazioni a stampa della città cinquecentesca, di fatto un immenso cantiere in perenne divenire, le aggiornatissime fortificazioni capuane soffriranno invece durante il secolo successivo il graduale disinteresse da parte delle autorità vicereali spagnole, specchio fedele di una situazione politica in profondo mutamento. Solo dagli anni Trenta del Settecento, il «bellico spaventevole apparato» messo a punto dai tecnici napoletani e austriaci sul modello di analoghi interventi in Italia e in Europa, diventerà il filo conduttore del rinnovato interesse per la narrazione/rappresentazione della città in trattati militari, ragguagli storici, opere di storia locale o ben più fortunati resoconti di viaggio, propagando così l’immagine di una dinamica e moderna piazzaforte ben munita di uomini e di armamenti a difesa della capitale borbonica.
Un bellico spaventevole apparato. Alcune considerazioni sulla rappresentazione a stampa di Capua nel Settecento
Pignatelli Spinazzola
2022
Abstract
Strategicamente posta lungo la linea difensiva del fiume Volturno, e punto di passaggio obbligato nel percorrere la via Appia, sin dalla sua fondazione Capua ha conservato ben saldo il ruolo di principale avamposto militare del regno, gravoso status che ne condizionerà tuttavia lo sviluppo ancora sino agli albori dell’età contemporanea. Protagoniste assolute delle prime, ingenue rappresentazioni a stampa della città cinquecentesca, di fatto un immenso cantiere in perenne divenire, le aggiornatissime fortificazioni capuane soffriranno invece durante il secolo successivo il graduale disinteresse da parte delle autorità vicereali spagnole, specchio fedele di una situazione politica in profondo mutamento. Solo dagli anni Trenta del Settecento, il «bellico spaventevole apparato» messo a punto dai tecnici napoletani e austriaci sul modello di analoghi interventi in Italia e in Europa, diventerà il filo conduttore del rinnovato interesse per la narrazione/rappresentazione della città in trattati militari, ragguagli storici, opere di storia locale o ben più fortunati resoconti di viaggio, propagando così l’immagine di una dinamica e moderna piazzaforte ben munita di uomini e di armamenti a difesa della capitale borbonica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.