L’edificio della cattedrale capuana ha cambiato più volte la facies architettonica nel corso della sua storia millenaria. Delle articolate vicende architettoniche il saggio approfondisce la riconfigurazione promossa da Nicola Caracciolo nel Settecento, una colta operazione di “reimpiego” dei materiali medievali che riaffiorarono dalle demolizioni. Purtroppo, di questa veste decorativa non rimane quasi nulla ed è possibile ricostruirne la configurazione solo attraverso la lettura delle fonti, L’architetto Sebastiano Cipriani dovette applicare una metodologia di intervento diffusa a Roma nella riedificazione di chiese vetuste, dove il mantenimento dell’originaria struttura e il reimpiego in chiave moderna dei reperti antichi esprimeva una sorta di rispetto reverenziale per l’edificio primitivo del quale si conservavano alcuni elementi come emblemi della memoria. Solo nel succorpo permane qualche brandello delle decorazioni in stucco della rifattione settecentesca, sebbene la sua integrità spaziale sia stata invece inesorabilmente compromessa dalle disastrose vicende successive, non solo belliche. Il saggio si soffermerà nel dettaglio proprio su questo spazio destinato alla liturgia del triduo pasquale che, con la sistemazione centrale di una copia del tempietto del Santo Sepolcro, doveva evocare la Rotonda dell’Anastasis di Gerusalemme.

The Capua cathedral building has changed its architectural facies several times throughout its thousand-year history. Of the articulated architectural events of its history, the essay explores the reconfiguration promoted by Nicola Caracciolo in the 18th century, a cultured operation of 're-use' of medieval materials that resurfaced from demolitions. Unfortunately, almost nothing remains of this decorative appearance, and it is only possible to reconstruct its configuration by reading the sources. The architect Sebastiano Cipriani had to apply a methodology of intervention that was very widespread in Rome in the rebuilding of old churches, where the preservation of the original structure and the reuse of ancient artefacts in a modern key expressed a sort of reverential respect for the primitive building, of which some elements were preserved as emblems of memory. Only in the succorpo remains some shreds of the stucco decorations of the 18th-century rifattione, although its spatial integrity was inexorably compromised by the disastrous events that followed, not only from the war. The essay will focus in detail on this space destined for the liturgy of the Easter triduum, which, with the central arrangement of a copy of the temple of the Holy Sepulchre, was meant to evoke the Rotunda of the Anastasis in Jerusalem.

LE TRASFORMAZIONI DELLA CATTEDRALE DI CAPUA NEL SETTECENTO E LA COSTRUZIONE DEL SUCCORPO CON IL SACELLO DEL SANTO SEPOLCRO

pezone
2022

Abstract

L’edificio della cattedrale capuana ha cambiato più volte la facies architettonica nel corso della sua storia millenaria. Delle articolate vicende architettoniche il saggio approfondisce la riconfigurazione promossa da Nicola Caracciolo nel Settecento, una colta operazione di “reimpiego” dei materiali medievali che riaffiorarono dalle demolizioni. Purtroppo, di questa veste decorativa non rimane quasi nulla ed è possibile ricostruirne la configurazione solo attraverso la lettura delle fonti, L’architetto Sebastiano Cipriani dovette applicare una metodologia di intervento diffusa a Roma nella riedificazione di chiese vetuste, dove il mantenimento dell’originaria struttura e il reimpiego in chiave moderna dei reperti antichi esprimeva una sorta di rispetto reverenziale per l’edificio primitivo del quale si conservavano alcuni elementi come emblemi della memoria. Solo nel succorpo permane qualche brandello delle decorazioni in stucco della rifattione settecentesca, sebbene la sua integrità spaziale sia stata invece inesorabilmente compromessa dalle disastrose vicende successive, non solo belliche. Il saggio si soffermerà nel dettaglio proprio su questo spazio destinato alla liturgia del triduo pasquale che, con la sistemazione centrale di una copia del tempietto del Santo Sepolcro, doveva evocare la Rotonda dell’Anastasis di Gerusalemme.
2022
Pezone, Maria Gabriella
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/485248
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