Utilizzando categorie interpretative proprie alla Sociologia dell’azione, questo studio intende indagare il comportamento sociale che Carlo V, figura di primo piano nella storia della civiltà europea e occidentale, ha messo in campo nell’ambito della sua intensa attività politica, militare, culturale e sociale. Prendendo le mosse dalla tipologia weberiana dell’azione sociale, l’ipotesi qui sostenuta riconduce le motivazioni ultime che inducono Carlo ad agire (o a non agire) alla Tradizione. Concetto da intendere in senso ampio, ovvero come volontà manifestata dallo stesso Imperatore di rispettare norme sociali, usi e consuetudini legati a un ruolo e a un rango nobiliare che non hanno uguali. In questo senso, in quanto la sua azione presenta una struttura normativa, tende cioè a conformarsi a princìpi superiori (l’idea imperiale, l’unità della Chiesa di Roma), e ai codici comportamentali (in primis, il codice d’onore) che da questi ideali discendono, egli appare come un ‘gentiluomo’, più che come un ‘superuomo’. A differenza dei grandi personaggi del suo tempo (Lutero o Francesco I), con cui pure saprà abilmente interloquire, Carlo V, infatti, non sembra seguire lo schema comportamentale della vocazione/missione. Carattere poco ribelle, in opposizione alla stessa idea di ‘uomo nuovo’, egli dimostra piuttosto di voler impegnare la sua intera esistenza mondana nella gestione di una fortuna immensa, di un vastissimo patrimonio territoriale, ma anche di un altissimo retaggio culturale. Forte di un’identità personale costruita in qualità di erede ‘ai troni’ dei suoi avi, oltre che in contrasto con i ‘gruppi esterni’ (corti straniere, comunità religiose), l’azione storica di Carlo sembra sostanzialmente mirare alla conservazione e al potenziamento dell’ordine implicito nelle strutture dei sistemi in cui regna. Sistemi che egli stesso ambisce a rappresentare al livello più alto della gerarchia simbolica e sociale del tempo in cui agisce.

Superuomo o gentiluomo? Studio sociologico sull’azione sociale, morale, politica e normativa dell’imperatore Carlo V

Angelo Zotti
2022

Abstract

Utilizzando categorie interpretative proprie alla Sociologia dell’azione, questo studio intende indagare il comportamento sociale che Carlo V, figura di primo piano nella storia della civiltà europea e occidentale, ha messo in campo nell’ambito della sua intensa attività politica, militare, culturale e sociale. Prendendo le mosse dalla tipologia weberiana dell’azione sociale, l’ipotesi qui sostenuta riconduce le motivazioni ultime che inducono Carlo ad agire (o a non agire) alla Tradizione. Concetto da intendere in senso ampio, ovvero come volontà manifestata dallo stesso Imperatore di rispettare norme sociali, usi e consuetudini legati a un ruolo e a un rango nobiliare che non hanno uguali. In questo senso, in quanto la sua azione presenta una struttura normativa, tende cioè a conformarsi a princìpi superiori (l’idea imperiale, l’unità della Chiesa di Roma), e ai codici comportamentali (in primis, il codice d’onore) che da questi ideali discendono, egli appare come un ‘gentiluomo’, più che come un ‘superuomo’. A differenza dei grandi personaggi del suo tempo (Lutero o Francesco I), con cui pure saprà abilmente interloquire, Carlo V, infatti, non sembra seguire lo schema comportamentale della vocazione/missione. Carattere poco ribelle, in opposizione alla stessa idea di ‘uomo nuovo’, egli dimostra piuttosto di voler impegnare la sua intera esistenza mondana nella gestione di una fortuna immensa, di un vastissimo patrimonio territoriale, ma anche di un altissimo retaggio culturale. Forte di un’identità personale costruita in qualità di erede ‘ai troni’ dei suoi avi, oltre che in contrasto con i ‘gruppi esterni’ (corti straniere, comunità religiose), l’azione storica di Carlo sembra sostanzialmente mirare alla conservazione e al potenziamento dell’ordine implicito nelle strutture dei sistemi in cui regna. Sistemi che egli stesso ambisce a rappresentare al livello più alto della gerarchia simbolica e sociale del tempo in cui agisce.
2022
Zotti, Angelo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/466814
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