Uno degli impegni dell’Unione europea consiste nel realizzare una politica linguistica atta a garantire quella unità nella diversità che si esprime nella convivenza tra le lingue nazionali e nella loro reciproca comprensione mediante specifici istituti di interpretazione/traduzione. A tal fine, sono necessarie una serie di politiche concrete (policies) che hanno i loro presupposti e il loro costo, da valutare adeguatamente. Una politica linguistica non va considerata una pura “pratica di buoni sentimenti” (G. Agresti), ma va misurata con precisi indicatori economici, culturali e sociali. L’analisi si concentra su un particolare profilo, riguardante il “diritto all’interpretazione e alla traduzione nei procedimenti penali”, a partire dalla direttiva 2010/64/UE e del suo recepimento in Francia. Qui il problema dell’interpretazione e della traduzione investe i diritti fondamentali delle persone coinvolte in un processo giudiziario, ancor più da tutelare se imputate. Fra questi diritti è certamente quello di parlare la propria lingua e di comprendere con la propria lingua. In quest’ottica dare dignità a ogni lingua significa non solo salvaguardare i singoli, ma tutelare la salute dello stesso Stato, per evitare di provocare disuguaglianze, emarginazioni e conflitti che sarebbero distruttivi. In tal caso, l’indicatore non è solo economico, culturale e sociale, ma anche più propriamente giuridico, nel senso della protezione dei diritti fondamentali, posta a substrato dell’ordinamento nazionale ed europeo.
One of the commitments of the European Union is to implement a linguistic policy capable of guaranteeing that unity in diversity which is expressed in the coexistence of national languages and in their mutual understanding through specific interpretation / translation institutions. To this end, a series of concrete policy (policies) are required which have their prerequisites and their cost to be adequately assessed. A linguistic policy should not be considered a pure “practice of good feelings” (G. Agresti), but should be measured with precise economic, cultural and social indicators. The analysis focuses on a particular profile, concerning the “right to interpretation and translation in criminal proceedings”, starting from directive 2010/64 / EU and its implementation in France. The problem of interpretation and translation affects the fundamental rights of the people involved in a judicial process, even more to be protected if accused. Among these rights is certainly the right to speak one’s own language and to understand one’s own language. In this perspective, giving dignity to every language means not only safeguarding individuals, but protecting the health of the state itself, to avoid causing inequalities, marginalization and conflicts that would be destructive. In this case, the indicator is not only economic, cultural and social, but also more strictly legal, in the sense of the protection of fundamental rights, placed at the substrate of the national and European system.
Valutare una politica linguistica: il diritto alla traduzione come diritto fondamentale nei procedimenti penali. Il recepimento in Francia della Direttiva 2010/64/Ue
Carmen Saggiomo
2022
Abstract
Uno degli impegni dell’Unione europea consiste nel realizzare una politica linguistica atta a garantire quella unità nella diversità che si esprime nella convivenza tra le lingue nazionali e nella loro reciproca comprensione mediante specifici istituti di interpretazione/traduzione. A tal fine, sono necessarie una serie di politiche concrete (policies) che hanno i loro presupposti e il loro costo, da valutare adeguatamente. Una politica linguistica non va considerata una pura “pratica di buoni sentimenti” (G. Agresti), ma va misurata con precisi indicatori economici, culturali e sociali. L’analisi si concentra su un particolare profilo, riguardante il “diritto all’interpretazione e alla traduzione nei procedimenti penali”, a partire dalla direttiva 2010/64/UE e del suo recepimento in Francia. Qui il problema dell’interpretazione e della traduzione investe i diritti fondamentali delle persone coinvolte in un processo giudiziario, ancor più da tutelare se imputate. Fra questi diritti è certamente quello di parlare la propria lingua e di comprendere con la propria lingua. In quest’ottica dare dignità a ogni lingua significa non solo salvaguardare i singoli, ma tutelare la salute dello stesso Stato, per evitare di provocare disuguaglianze, emarginazioni e conflitti che sarebbero distruttivi. In tal caso, l’indicatore non è solo economico, culturale e sociale, ma anche più propriamente giuridico, nel senso della protezione dei diritti fondamentali, posta a substrato dell’ordinamento nazionale ed europeo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.