La sera del 2 giugno 1861, proprio in occasione della ricorrenza che trasformava la festa dello Statuto sardo nella festa nazionale del regno d’Italia, il Direttore del Reale Morotrofio di Aversa, dottor Biagio Gioacchino Miraglia, fondava la Società Frenopatica Italiana che vide presto non solo l’adesione degli alienisti di tutt’Italia ma anche trasformazione della rivista del manicomio Gli Annali Frenopatici nella testata nazionale " Giornale della Società Frenopatica Italiana". Fatta l’Italia, si potrebbe dire ricalcando un famoso adagio, bisognava fare dunque i medici o, soprattutto, quell’insieme di regole e codici sul quale avrebbe viaggiato la dinamica di inclusione/ esclusione nella costruzione della nazione in età liberale (folli, criminali ma anche coercizione contro l’incipiente emancipazione femminile). Non si trattava solo, come pure sottolineava Miraglia, di giungere ad una classificazione uniforme delle malattie mentali, di avviare una statistica completa dei pazzi in Italia o di chiedere e proporre al governo una legge organica per i manicomi d'Italia e per la tutela degli alienati, ma anche del principio più generale, della ratio, con la quale distinguere un savio da un matto in un dibattito che coinvolgeva alienisti e giuristi e che dopo un lungo cammino trovò una certa codificazione nel codice Zanardelli nel 1889, all’alba della nuova stagione coloniale italiana. Il presente contributo si propone dunque di indagare il filo rosso che collega l’esperienza borbonica della Real casa de’ Matti di Aversa all’uso della frenologia nel nuovo Stato unitario. E se un momento certamente significativo di questa evoluzione va ricercato, attraverso anche la figura chiave di Miraglia, nel passaggio tra la legislazione del Regno borbonico e quella del Regno d’Italia, si potrebbe individuare un punto di rottura e cambiamento nel rapporto tra Stato e concezione del folle proprio al momento della codificazione del 1889 dove la linea portata avanti da Miraglia cedeva il passo alle teorie lombrosiane e alle influenze della scuola positivista.

On the evening of 2 June 1861, precisely on the occasion of the anniversary that transformed the feast of the Sardinian Statute into the national feast of the kingdom of Italy, the Director of the Reale Morotrofio of Aversa, Dr. Biagio Gioacchino Miraglia, founded the Italian Phrenopathic Society which soon saw only the adherence of alienists from all over Italy but also the transformation of the asylum magazine Gli Annali Frenopatici into the national newspaper "Journal of the Italian Frenopatic Society". Once Italy was made, one could say by repeating a famous adage, it was therefore necessary to become doctors or, above all, that set of rules and codes on which the dynamics of inclusion/exclusion in the construction of the nation in the liberal age would travel (fools, criminals but also coercion against the incipient emancipation of women). It was not just a question, as Miraglia also underlined, of arriving at a uniform classification of mental illnesses, of launching a complete statistic of the insane in Italy or of asking and proposing to the government an organic law for the asylums of Italy and for the protection of alienated, but also of the more general principle of ratio, with which to distinguish a wise man from a madman in a debate involving alienists and jurists and which after a long journey found a certain codification in the Zanardelli code in 1889, at the dawn of the new Italian colonial season. The present contribution therefore proposes to investigate the red thread that connects the Bourbon experience of the Real casa de' Matti of Aversa to the use of phrenology in the new unitary state. And if a certainly significant moment of this evolution must be sought, also through the key figure of Miraglia, in the passage between the legislation of the Bourbon Kingdom and that of the Kingdom of Italy, one could identify a breaking point and change in the relationship between the State and conception of the madman right at the time of the codification of 1889 where the line pursued by Miraglia gave way to Lombrosian theories and the influences of the positivist school.

L’istruzione, l’educazione, l’arte malvagia di fare pazzi. Biagio Miraglia e il progetto di una frenologia al servizio della Nazione

Canale Cama, Francesca
2022

Abstract

La sera del 2 giugno 1861, proprio in occasione della ricorrenza che trasformava la festa dello Statuto sardo nella festa nazionale del regno d’Italia, il Direttore del Reale Morotrofio di Aversa, dottor Biagio Gioacchino Miraglia, fondava la Società Frenopatica Italiana che vide presto non solo l’adesione degli alienisti di tutt’Italia ma anche trasformazione della rivista del manicomio Gli Annali Frenopatici nella testata nazionale " Giornale della Società Frenopatica Italiana". Fatta l’Italia, si potrebbe dire ricalcando un famoso adagio, bisognava fare dunque i medici o, soprattutto, quell’insieme di regole e codici sul quale avrebbe viaggiato la dinamica di inclusione/ esclusione nella costruzione della nazione in età liberale (folli, criminali ma anche coercizione contro l’incipiente emancipazione femminile). Non si trattava solo, come pure sottolineava Miraglia, di giungere ad una classificazione uniforme delle malattie mentali, di avviare una statistica completa dei pazzi in Italia o di chiedere e proporre al governo una legge organica per i manicomi d'Italia e per la tutela degli alienati, ma anche del principio più generale, della ratio, con la quale distinguere un savio da un matto in un dibattito che coinvolgeva alienisti e giuristi e che dopo un lungo cammino trovò una certa codificazione nel codice Zanardelli nel 1889, all’alba della nuova stagione coloniale italiana. Il presente contributo si propone dunque di indagare il filo rosso che collega l’esperienza borbonica della Real casa de’ Matti di Aversa all’uso della frenologia nel nuovo Stato unitario. E se un momento certamente significativo di questa evoluzione va ricercato, attraverso anche la figura chiave di Miraglia, nel passaggio tra la legislazione del Regno borbonico e quella del Regno d’Italia, si potrebbe individuare un punto di rottura e cambiamento nel rapporto tra Stato e concezione del folle proprio al momento della codificazione del 1889 dove la linea portata avanti da Miraglia cedeva il passo alle teorie lombrosiane e alle influenze della scuola positivista.
2022
Canale Cama, Francesca
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