Patrizia Ranzo Il progetto identitario Strategia e creazione di senso La storia dell’identità visiva italiana annovera esempi di rilievo a livello internazionale; dall’800 in poi grandi storie italiane si sono raccontate attraverso immagini e strategie comunicative di grande efficacia ed unicità. Questo perché la capacità imprenditoriale o istituzionale si è espressa attraverso progetti coerenti quale testimone di un paesaggio produttivo, di una comunità, di una realtà con obiettivi e strategie identitarie. Quale designer militante non posso non citare l’esempio Olivetti, ma anche i più vicini, per attualità e prossimità accademica, casi universitari come l’Università IUAV di Venezia, la Libera Università di Bolzano, la Bocconi. Tra i casi di successo del ‘900 ed il panorama contemporaneo esiste uno sparti -acque fondamentale che determina un cambiamento nel concetto di identità e, conseguentemente, nel progetto di comunicazione visiva. Il passaggio dalla società tardo-in dustriale all’era digitale è stato caratterizzato letteral mente da un ‘salto’ da una società dialogica, basata sulla parola e sugli scritti, ad una società numerica e digitale. Come afferma Vilém Flusser il mondo antecedente alla rivoluzione digitale, con particolare riferimento alle culture occidentali, poneva al centro di ogni azione la dialettica. Le culture si esprimevano e tramandavano i propri contenuti attraverso l’alfabeto e la scrittura, che potevano essere oggetto di discussione ed interpretazione (...)
Topos e Tipi preziosi I distretti industriali del gioiello
Danila Jacazzi
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;Maria Dolores Morelli
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2021
Abstract
Patrizia Ranzo Il progetto identitario Strategia e creazione di senso La storia dell’identità visiva italiana annovera esempi di rilievo a livello internazionale; dall’800 in poi grandi storie italiane si sono raccontate attraverso immagini e strategie comunicative di grande efficacia ed unicità. Questo perché la capacità imprenditoriale o istituzionale si è espressa attraverso progetti coerenti quale testimone di un paesaggio produttivo, di una comunità, di una realtà con obiettivi e strategie identitarie. Quale designer militante non posso non citare l’esempio Olivetti, ma anche i più vicini, per attualità e prossimità accademica, casi universitari come l’Università IUAV di Venezia, la Libera Università di Bolzano, la Bocconi. Tra i casi di successo del ‘900 ed il panorama contemporaneo esiste uno sparti -acque fondamentale che determina un cambiamento nel concetto di identità e, conseguentemente, nel progetto di comunicazione visiva. Il passaggio dalla società tardo-in dustriale all’era digitale è stato caratterizzato letteral mente da un ‘salto’ da una società dialogica, basata sulla parola e sugli scritti, ad una società numerica e digitale. Come afferma Vilém Flusser il mondo antecedente alla rivoluzione digitale, con particolare riferimento alle culture occidentali, poneva al centro di ogni azione la dialettica. Le culture si esprimevano e tramandavano i propri contenuti attraverso l’alfabeto e la scrittura, che potevano essere oggetto di discussione ed interpretazione (...)I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.