«[…] Napoli è ‘invisibile’ nel senso che, coperta di letteratura, non lascia vedere la sua realtà», così scrive Aldo Masullo in un libro-intervista memorabile riferendosi alla storia di Napoli «città-metafora » (Masullo & Scamardella, 2008, p. 34). E questa condizione può essere adattata a tutte le sue possibili storie non ancora scritte. La storia del design a Napoli, come fenomeno composito, è una di queste. Si inseguono i mille frammenti che galleggiano davanti agli occhi per provare a ricomporli in un’immagine coerente, stabile, ma ogni tentativo di costruire un puzzle sull’acqua è vano. Il non riuscire a vedere Napoli, la città, il suo design e la sua storia come realmente sono, è anche perché si preferisce seguirne i frammenti. E allora che si rinunci alla elaborazione di una forma compiuta affidata ad un solo interprete. Alcuni addetti ai lavori “napoletani” sono perciò stati chiamati a seguire, ognuno dal proprio punto di osservazione, quel proprio frammento, come per scrivere una biografia in cui anche gli altri possano riconoscersi, e diventare autobiografia. Questo libro nasce un po’ così, rispondendo ad una necessità, inascoltata per troppo tempo, di mettere insieme questi frammenti e farne una storia, ma si stava alla finestra ad attendere l’intervento demiurgico di uno specialista che colmasse un vuoto.

Il sistema produttivo TAC plus campano

roberto liberti
2020

Abstract

«[…] Napoli è ‘invisibile’ nel senso che, coperta di letteratura, non lascia vedere la sua realtà», così scrive Aldo Masullo in un libro-intervista memorabile riferendosi alla storia di Napoli «città-metafora » (Masullo & Scamardella, 2008, p. 34). E questa condizione può essere adattata a tutte le sue possibili storie non ancora scritte. La storia del design a Napoli, come fenomeno composito, è una di queste. Si inseguono i mille frammenti che galleggiano davanti agli occhi per provare a ricomporli in un’immagine coerente, stabile, ma ogni tentativo di costruire un puzzle sull’acqua è vano. Il non riuscire a vedere Napoli, la città, il suo design e la sua storia come realmente sono, è anche perché si preferisce seguirne i frammenti. E allora che si rinunci alla elaborazione di una forma compiuta affidata ad un solo interprete. Alcuni addetti ai lavori “napoletani” sono perciò stati chiamati a seguire, ognuno dal proprio punto di osservazione, quel proprio frammento, come per scrivere una biografia in cui anche gli altri possano riconoscersi, e diventare autobiografia. Questo libro nasce un po’ così, rispondendo ad una necessità, inascoltata per troppo tempo, di mettere insieme questi frammenti e farne una storia, ma si stava alla finestra ad attendere l’intervento demiurgico di uno specialista che colmasse un vuoto.
2020
Liberti, Roberto
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/443911
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