Il deposito di moneta virtuale e l'insolvenza dell'intermediario

Il saggio si occupa dei problemi – ancora non indagati in dottrina, ma già emersi in giurisprudenza – che l’uso di moneta virtuale solleva in materia concorsuale, nell’ottica sia della legge fallimentare sia del nuovo “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza” (CCI) del 2019. L’analisi è sviluppata intorno a tre filoni di indagine: i) gli adattamenti imposti dalla detenzione di moneta virtuale rispetto alla rilevazione dello stato di crisi e di insolvenza, ai fini dell’accesso alle procedure concorsuali e ai nuovi strumenti di allerta precoce; ii) le peculiarità della procedura concorsuale del debitore che detenga nel proprio patrimonio attività rappresentate da moneta virtuale (sua ricomprensione ed apprensione all’attivo fallimentare e successiva liquidazione); iii) le questioni specifiche in caso di insolvenza dell’intermediario (exchanger e wallet provider), dal deposito di moneta virtuale, alla responsabilità della piattaforma, all’insinuazione al passivo del creditore di moneta virtuale.