La prima stesura del Breve trattato sull’arte involontaria risale al 1997 con l’omonimo testo Traité succint de l’art involontaire. Edito nel 2014 in Francia, e pubblicato nel 2019 in Italia dalla casa editrice QuodLibet, il volume raccoglie una selezione di immagini paesaggistiche che da più di vent’anni hanno incontrato lo sguardo, del tutto singolare, di Gille Clément. Si tratta di attimi rarefatti, impressioni irripetibili, che il noto scrittore, architetto e docente dell'Ecole National du Paysage a Versaille, ha collezionato da tutto il mondo, e descritto, come una sorta di gioco iniziatico per il lettore, attraverso narrazioni visionarie e poetiche, accompagnate da fotografie e disegni. Il tratto di Clément, rigorosamente in bianco e nero, è frantumato, leggerissimo, e restituisce grande valore allo spazio dei vuoti e a quei dettagli preziosi che, sparsi nell’ambiente, catturano la sua attenzione. La sensazione di transitorietà che emerge dai paesaggi evocati ne costituisce la bellezza, nella fugacità della loro esistenza, del tutto decretata da chi li osserva. ...

La fugace bellezza dell’arte involontaria. Per chi sa osservare.

scarpitti
2020

Abstract

La prima stesura del Breve trattato sull’arte involontaria risale al 1997 con l’omonimo testo Traité succint de l’art involontaire. Edito nel 2014 in Francia, e pubblicato nel 2019 in Italia dalla casa editrice QuodLibet, il volume raccoglie una selezione di immagini paesaggistiche che da più di vent’anni hanno incontrato lo sguardo, del tutto singolare, di Gille Clément. Si tratta di attimi rarefatti, impressioni irripetibili, che il noto scrittore, architetto e docente dell'Ecole National du Paysage a Versaille, ha collezionato da tutto il mondo, e descritto, come una sorta di gioco iniziatico per il lettore, attraverso narrazioni visionarie e poetiche, accompagnate da fotografie e disegni. Il tratto di Clément, rigorosamente in bianco e nero, è frantumato, leggerissimo, e restituisce grande valore allo spazio dei vuoti e a quei dettagli preziosi che, sparsi nell’ambiente, catturano la sua attenzione. La sensazione di transitorietà che emerge dai paesaggi evocati ne costituisce la bellezza, nella fugacità della loro esistenza, del tutto decretata da chi li osserva. ...
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/433376
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