I periodici illustrati editi in Italia dagli anni Trenta dell’Ottocento, e che di grande fortuna godranno per almeno un quarto di secolo, rappresentano una straordinaria ma ancora inesplorata fonte per lo studio delle Due Sicilie e, nello specifico, di Terra di Lavoro. Un occhio finalmente ‘moderno’, esito del rinnovamento della storiografia locale e tanto lontano dagli stereotipati schemi descrittivo-figurativi tardo settecenteschi, costituisce in questo senso il filo conduttore di saggi, resoconti di viaggio o semplici osservazioni su di una provincia tanto vasta e popolosa quanto, in fondo, ancora poco conosciuta, ma che in quegli stessi anni era oggetto di profonde trasformazioni urbane e territoriali. Con l’indispensabile ausilio dell’illustrazione, ecco così riemergere dalle pagine del Cosmorama Pittorico, del Teatro Universale, dell’Album e, soprattutto, dei napoletani Poliorama e Omnibus Pittoresco, città e monumenti antichi e moderni, paesaggi agrari o scorci naturali, frammenti di territorio ancora «privi di storia» perché riscoperti dopo secoli di oblio, perché lontani dai consueti itinerari di viaggio o perché permeati di quell’inedito «spirito delle industrie» in anni decisivi nella complessiva modernizzazione del Regno.
"Col racconto e coi disegni". Sguardi nuovi su Terra di Lavoro nei periodici illustrati della prima metà dell’Ottocento
giuseppe pignatelli spinazzola
2020
Abstract
I periodici illustrati editi in Italia dagli anni Trenta dell’Ottocento, e che di grande fortuna godranno per almeno un quarto di secolo, rappresentano una straordinaria ma ancora inesplorata fonte per lo studio delle Due Sicilie e, nello specifico, di Terra di Lavoro. Un occhio finalmente ‘moderno’, esito del rinnovamento della storiografia locale e tanto lontano dagli stereotipati schemi descrittivo-figurativi tardo settecenteschi, costituisce in questo senso il filo conduttore di saggi, resoconti di viaggio o semplici osservazioni su di una provincia tanto vasta e popolosa quanto, in fondo, ancora poco conosciuta, ma che in quegli stessi anni era oggetto di profonde trasformazioni urbane e territoriali. Con l’indispensabile ausilio dell’illustrazione, ecco così riemergere dalle pagine del Cosmorama Pittorico, del Teatro Universale, dell’Album e, soprattutto, dei napoletani Poliorama e Omnibus Pittoresco, città e monumenti antichi e moderni, paesaggi agrari o scorci naturali, frammenti di territorio ancora «privi di storia» perché riscoperti dopo secoli di oblio, perché lontani dai consueti itinerari di viaggio o perché permeati di quell’inedito «spirito delle industrie» in anni decisivi nella complessiva modernizzazione del Regno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.