I rapporti tra vecchie e nuove strategie difensive, inedite forme di riutilizzo delle mura urbiche e ripercussioni sullo sviluppo di Napoli tra il XVI e il XVIII secolo sono di grande interesse per ricostruire quelle trasformazioni urbane che daranno forma alla città contemporanea. In quest’ottica, il saggio si concentra sulle consuetudini e sulle modalità che portarono, sin dal primo trentennio del governo vicereale, al tentativo – poi fallito – di individuare una sorta "insediamento protetto" di esclusiva pertinenza spagnola sulle colline occidentali della città. Caso pressoché unico nel panorama delle grandi capitali europee, con la “Consulta sopra li lochi vacuj”, il viceré don Pedro de Toledo avvierà nel 1551 quella che può essere considerata una sorta di dismissione anticipata di gran parte del circuito difensivo napoletano, appena completato ma già considerato inutile ai fini del controllo sulla capitale. L'assegnazione a privati cittadini e, soprattutto, agli ordini religiosi di molte delle aree esterne e interne alle nuove mura settentrionali, accelererà infatti il loro progressivo assorbimento nel tessuto edilizio consolidato, un lungo processo che proseguirà ininterrottamente fino alla fine del XVIII secolo.
Le mura inutili. la «Consulta sopra li lochi vacuj appresso la muraglia de la Cità de Napoli» (1551)
giuseppe pignatelli spinazzola
2020
Abstract
I rapporti tra vecchie e nuove strategie difensive, inedite forme di riutilizzo delle mura urbiche e ripercussioni sullo sviluppo di Napoli tra il XVI e il XVIII secolo sono di grande interesse per ricostruire quelle trasformazioni urbane che daranno forma alla città contemporanea. In quest’ottica, il saggio si concentra sulle consuetudini e sulle modalità che portarono, sin dal primo trentennio del governo vicereale, al tentativo – poi fallito – di individuare una sorta "insediamento protetto" di esclusiva pertinenza spagnola sulle colline occidentali della città. Caso pressoché unico nel panorama delle grandi capitali europee, con la “Consulta sopra li lochi vacuj”, il viceré don Pedro de Toledo avvierà nel 1551 quella che può essere considerata una sorta di dismissione anticipata di gran parte del circuito difensivo napoletano, appena completato ma già considerato inutile ai fini del controllo sulla capitale. L'assegnazione a privati cittadini e, soprattutto, agli ordini religiosi di molte delle aree esterne e interne alle nuove mura settentrionali, accelererà infatti il loro progressivo assorbimento nel tessuto edilizio consolidato, un lungo processo che proseguirà ininterrottamente fino alla fine del XVIII secolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.