L’intersezione tra scienza e design si radica nel rapporto da tempo stabilito con le forme e le strutture del quotidiano. La capacità della scienza di entrare in stretto contatto con la materia più intima dell’esistente, non può esimerci dal considerare l’evoluzione dell’umano, riflesso dell’accelerazione delle tecnologie che progrediscono in base a meccanismi di mimesi, secondo il tracciato esplorato dalla biotecnologia. Termini che riflettono sulla evoluzione temporale dello sviluppo del pensiero filosofico, e soprattutto sulla dissoluzione di credenze radicate in dogmi che ne rallentavano l’avanzamento; il pensiero scientifico, finalmente, si rende autonomo e sviluppa termini nuovi di confronto e contaminazione con il Design che ne recepisce il modello di sviluppo. Se si traccia una linea di progressione delle diverse fasi di avanzamento del pensiero scientifico in quanto tale, l’influenza sul quotidiano si riflette in maniera contaminativa; la scienza e le rivoluzioni, di cui si fa portatrice, concentrano i risultati per attuare processi di trasferimento nelle forme e nei meccanismi di funzionamento degli strumenti, dei sistemi di prodotti e servizi e delle macchine, per rinnovarne l’utilizzo e i contenuti. La domanda ricorrente è: come e in quali circostanze la scienza ha determinato o influenzato l’evoluzione dell’umano? Per capire i termini della questione, è necessario ripercorrere e approfondire il pensiero di Michel Serre (2001): la sua teoria sull’evoluzione dell’umano alle prese con la scienza e con il suo risultato più evidente, l’innovazione tecnologica, si ripercuote sul pensiero e la prassi del design che ha sviluppato il metodo ed esplorato gli effetti sui sistemi. Il contributo di Serre introduce definitivamente a un processo di manipolazione del vivente, determinando una dinamica che, secondo Joichi Ito, si può definire di “Design across scales”; il carattere impresso alla metodologia di indagine, infatti, si riflette sui meccanismi di riproduzione in altri ambienti e per altri scopi.

Ominiscenza o della capacità dell’umano di autoevolvere

Maria Antonietta Sbordone
2020

Abstract

L’intersezione tra scienza e design si radica nel rapporto da tempo stabilito con le forme e le strutture del quotidiano. La capacità della scienza di entrare in stretto contatto con la materia più intima dell’esistente, non può esimerci dal considerare l’evoluzione dell’umano, riflesso dell’accelerazione delle tecnologie che progrediscono in base a meccanismi di mimesi, secondo il tracciato esplorato dalla biotecnologia. Termini che riflettono sulla evoluzione temporale dello sviluppo del pensiero filosofico, e soprattutto sulla dissoluzione di credenze radicate in dogmi che ne rallentavano l’avanzamento; il pensiero scientifico, finalmente, si rende autonomo e sviluppa termini nuovi di confronto e contaminazione con il Design che ne recepisce il modello di sviluppo. Se si traccia una linea di progressione delle diverse fasi di avanzamento del pensiero scientifico in quanto tale, l’influenza sul quotidiano si riflette in maniera contaminativa; la scienza e le rivoluzioni, di cui si fa portatrice, concentrano i risultati per attuare processi di trasferimento nelle forme e nei meccanismi di funzionamento degli strumenti, dei sistemi di prodotti e servizi e delle macchine, per rinnovarne l’utilizzo e i contenuti. La domanda ricorrente è: come e in quali circostanze la scienza ha determinato o influenzato l’evoluzione dell’umano? Per capire i termini della questione, è necessario ripercorrere e approfondire il pensiero di Michel Serre (2001): la sua teoria sull’evoluzione dell’umano alle prese con la scienza e con il suo risultato più evidente, l’innovazione tecnologica, si ripercuote sul pensiero e la prassi del design che ha sviluppato il metodo ed esplorato gli effetti sui sistemi. Il contributo di Serre introduce definitivamente a un processo di manipolazione del vivente, determinando una dinamica che, secondo Joichi Ito, si può definire di “Design across scales”; il carattere impresso alla metodologia di indagine, infatti, si riflette sui meccanismi di riproduzione in altri ambienti e per altri scopi.
2020
Sbordone, Maria Antonietta
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/426877
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact