Il saggio affronta la problematica della fiscalità diretta nell’Italia meridionale continentale durante la seconda età angioina. Utilizzando alcuni frammenti d’inchieste ordinate da Alfonso d’Aragona al suo arrivo nel Regno, vengono analizzate in retrospettiva le trasformazioni amministrative cui fu soggetto il sistema di prelievo a partire dalla seconda metà del XIV secolo fino alla fine della monarchia angioina. Il sistema organizzato da Carlo I intorno ad un complesso ordine di scritture, che faceva perno sull’attività degli ufficiali delle provincie, subì alcune trasformazioni alla metà del Trecento che riflettevano il mutato equilibrio politico e sociale in un Regno sconvolto dalle guerre di successione e devastato dalla peste. Attraverso la pratica della negoziazione con la corte, le articolate società politiche, che si rafforzarono in un periodo di profonda debolezza della corona, finirono con il condizionare l’organizzazione del prelievo tanto quanto il sistema di scritture, mentre le politiche di accentramento delle funzioni finanziarie e fiscali a corte con il rafforzamento degli organismi della Camera della Sommaria e della scrivania di razione favorivano lo scompaginamento del sistema territoriale pensato da Carlo I e la nascita di nuove figure amministrative addette al prelievo.
Pratiche di tradizione angioina nell’Italia meridionale: dal prelievo diretto alla tassazione negoziata (sec. XIV-XV),
Serena Morelli
2020
Abstract
Il saggio affronta la problematica della fiscalità diretta nell’Italia meridionale continentale durante la seconda età angioina. Utilizzando alcuni frammenti d’inchieste ordinate da Alfonso d’Aragona al suo arrivo nel Regno, vengono analizzate in retrospettiva le trasformazioni amministrative cui fu soggetto il sistema di prelievo a partire dalla seconda metà del XIV secolo fino alla fine della monarchia angioina. Il sistema organizzato da Carlo I intorno ad un complesso ordine di scritture, che faceva perno sull’attività degli ufficiali delle provincie, subì alcune trasformazioni alla metà del Trecento che riflettevano il mutato equilibrio politico e sociale in un Regno sconvolto dalle guerre di successione e devastato dalla peste. Attraverso la pratica della negoziazione con la corte, le articolate società politiche, che si rafforzarono in un periodo di profonda debolezza della corona, finirono con il condizionare l’organizzazione del prelievo tanto quanto il sistema di scritture, mentre le politiche di accentramento delle funzioni finanziarie e fiscali a corte con il rafforzamento degli organismi della Camera della Sommaria e della scrivania di razione favorivano lo scompaginamento del sistema territoriale pensato da Carlo I e la nascita di nuove figure amministrative addette al prelievo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.