Nell’Italia di fin de siècle, Napoli e Palermo, le due principali città del Mezzogiorno d’Italia, si arricchiscono di nuove strutture e attrezzature per il loisir e si preparano a diventare tappa obbligata di illustri personaggi della Belle Epoque. In una sintomatica coincidenza, vivono entrambe l’inizio di un percorso di trasformazioni urbanistiche, innovazioni architettoniche e metamorfosi socio-culturali: fiorirono i café-chantant o “caffè concerto”, simbolo della prorompente Belle Époque e luoghi di incontro sia degli intellettuali, sia della nascente borghesia, gran parte della quale apparteneva a facoltose famiglie di banchieri, di imprenditori industriali e di impresari edili settentrionali. Fu però un cammino lento e disomogeneo, con lunghi periodi di pausa, ma che sul finire degli anni Ottanta del XIX secolo ebbe un’accelerata repentina, tale da condurre i due capoluoghi al confronto le più grandi metropoli europee. Il saggio, alla luce di recenti acquisizioni documentarie e sulla scorta di disegni inediti, analizza questo risveglio del loisir per la leggiadra e prorompente vita fin de siécle, attraverso significative architetture per lo svago, la villeggiatura e, segnatamente, per il soggiorno, giacché i Grand Hotel diventarono la metafora di tale clima.
Architettura del loisir nei Grand Hotel fin de siècle a Palermo e Napoli
Elena Manzo
2019
Abstract
Nell’Italia di fin de siècle, Napoli e Palermo, le due principali città del Mezzogiorno d’Italia, si arricchiscono di nuove strutture e attrezzature per il loisir e si preparano a diventare tappa obbligata di illustri personaggi della Belle Epoque. In una sintomatica coincidenza, vivono entrambe l’inizio di un percorso di trasformazioni urbanistiche, innovazioni architettoniche e metamorfosi socio-culturali: fiorirono i café-chantant o “caffè concerto”, simbolo della prorompente Belle Époque e luoghi di incontro sia degli intellettuali, sia della nascente borghesia, gran parte della quale apparteneva a facoltose famiglie di banchieri, di imprenditori industriali e di impresari edili settentrionali. Fu però un cammino lento e disomogeneo, con lunghi periodi di pausa, ma che sul finire degli anni Ottanta del XIX secolo ebbe un’accelerata repentina, tale da condurre i due capoluoghi al confronto le più grandi metropoli europee. Il saggio, alla luce di recenti acquisizioni documentarie e sulla scorta di disegni inediti, analizza questo risveglio del loisir per la leggiadra e prorompente vita fin de siécle, attraverso significative architetture per lo svago, la villeggiatura e, segnatamente, per il soggiorno, giacché i Grand Hotel diventarono la metafora di tale clima.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.