Nel secondo dopoguerra in Italia la ripresa economica punta sul turismo e sulla moda e se ne potenzia lo sviluppo principalmente là dove sussiste una radicata tradizione manifatturiera. Oltre Roma e Firenze, anche Capri partecipa a questo progetto grazie all’attività di Emilio Pucci e di Maria Chiara Gallotti. Quest’ultima sviluppa l’opera del laboratorio ‘La Tessitrice dell’isola’ – da cui prende il nome – costituito da Edwin Cerio negli anni ‘30 per valorizzare le arti della tessitura a mano praticate dalle donne autoctone. Apprese in Africa le competenze tecniche del settore, la Gallotti le investe qua, integrando l’antica tradizione locale con forme nuove adeguate alla moda boutique, fino a diventare, tra gli ultimi anni ‘40 e il 1960, una delle più significative interpreti della moda italiana, protagonista delle passerelle fiorentine sin dal primo ‘High Fashion Show’ del ‘51. Confeziona abiti cogliendo spunti dai colori di Capri, dai costumi popolari e dal repertorio artistico partenopeo, in un’inusuale forma creativa che le tributa il prestigio internazionale, grazie a un sapiente equilibrio tra mondanità, vernacolo e comunicazione. La sua ‘arte applicata alla moda’ veicola nel mondo un “modo di vestire inconfondibile creato sul posto”, fungendo da testimonianza del gusto italiano e da strumento di promozione turistica.

'La Tessitrice dell’isola', un'interprete della moda italiana alla metà del novecento tra artigianato e ricerca artistica (con Manuela Rupe)

cirillo ornella
2018

Abstract

Nel secondo dopoguerra in Italia la ripresa economica punta sul turismo e sulla moda e se ne potenzia lo sviluppo principalmente là dove sussiste una radicata tradizione manifatturiera. Oltre Roma e Firenze, anche Capri partecipa a questo progetto grazie all’attività di Emilio Pucci e di Maria Chiara Gallotti. Quest’ultima sviluppa l’opera del laboratorio ‘La Tessitrice dell’isola’ – da cui prende il nome – costituito da Edwin Cerio negli anni ‘30 per valorizzare le arti della tessitura a mano praticate dalle donne autoctone. Apprese in Africa le competenze tecniche del settore, la Gallotti le investe qua, integrando l’antica tradizione locale con forme nuove adeguate alla moda boutique, fino a diventare, tra gli ultimi anni ‘40 e il 1960, una delle più significative interpreti della moda italiana, protagonista delle passerelle fiorentine sin dal primo ‘High Fashion Show’ del ‘51. Confeziona abiti cogliendo spunti dai colori di Capri, dai costumi popolari e dal repertorio artistico partenopeo, in un’inusuale forma creativa che le tributa il prestigio internazionale, grazie a un sapiente equilibrio tra mondanità, vernacolo e comunicazione. La sua ‘arte applicata alla moda’ veicola nel mondo un “modo di vestire inconfondibile creato sul posto”, fungendo da testimonianza del gusto italiano e da strumento di promozione turistica.
2018
Cirillo, Ornella
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/394520
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