Il lavoro partendo - da un esame del quadro normativo riferito alle relazioni negoziali che la persona minore di età può intrecciare con il mondo esterno alla famiglia, implicanti conseguenze patrimoniali ed economiche talvolta gravose - intende dimostrare l’asistematicità e l’irragionevolezza della distinzione tra atti relativi alla sfera personale ed atti relativi alla sfera patrimoniale del minore, alla quale troppo spesso si ricorre per l’individuazione del grado di discernimento dello stesso. Oggi vi sono innumerevoli rapporti contrattuali intrapresi dalle persone minori di età potenzialmente invalidi attesa la regola generale che fissa l’acquisto della capacità di agire al compimento del diciottesimo anno di età. Sussistono inoltre innumerevoli rapporti contrattuali intrapresi dai genitori in nome e per conto dei minori che prescindono completamente dalla volontà o, quantomeno dall’ascolto di questi ultimi. Da questo quadro emerge l’esigenza di una rilettura delle disposizioni in tema di status del minore che consenta, ribaltando il rapporto tra le categorie tradizionali di capacità ed incapacità, di riconoscere una capacità generale di agire alla persona minore di età, mentre l’incapacità della stessa dovrebbe rappresentare un’eccezione limitata ai casi in cui la legge riservi espressamente l’attività ai genitori ovvero richieda l’autorizzazione del giudice tutelare.

Gli atti a contenuto patrimoniale del minore

D. Di Sabato
2018

Abstract

Il lavoro partendo - da un esame del quadro normativo riferito alle relazioni negoziali che la persona minore di età può intrecciare con il mondo esterno alla famiglia, implicanti conseguenze patrimoniali ed economiche talvolta gravose - intende dimostrare l’asistematicità e l’irragionevolezza della distinzione tra atti relativi alla sfera personale ed atti relativi alla sfera patrimoniale del minore, alla quale troppo spesso si ricorre per l’individuazione del grado di discernimento dello stesso. Oggi vi sono innumerevoli rapporti contrattuali intrapresi dalle persone minori di età potenzialmente invalidi attesa la regola generale che fissa l’acquisto della capacità di agire al compimento del diciottesimo anno di età. Sussistono inoltre innumerevoli rapporti contrattuali intrapresi dai genitori in nome e per conto dei minori che prescindono completamente dalla volontà o, quantomeno dall’ascolto di questi ultimi. Da questo quadro emerge l’esigenza di una rilettura delle disposizioni in tema di status del minore che consenta, ribaltando il rapporto tra le categorie tradizionali di capacità ed incapacità, di riconoscere una capacità generale di agire alla persona minore di età, mentre l’incapacità della stessa dovrebbe rappresentare un’eccezione limitata ai casi in cui la legge riservi espressamente l’attività ai genitori ovvero richieda l’autorizzazione del giudice tutelare.
2018
Di Sabato, D.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/390187
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