«Scrive sempre e sta’ cuntenta». Scritture e scriventi meridionali nella Grande guerra

The subject of this paper is the analysis of the linguistic and pragmatic features of a sample of texts written (or received) by soldiers from Southern Italy during or right after the First World War. The examined texts are divided into three classes, corresponding to the different socio-cultural levels of their authors. In their texts the officers generally express their horror at the atrocities of war but also they agree with the reasons that drove Italy to go to war. Instead, a resigned obedience, comforted by the Christian faith and by the love of the family members far from the front line, dominates in the texts written by the so called “semicolti” (i.e. the soldiers with lower level of education). A riot threat is called up in her letter by an anonymous Neapolitan woman of lower class.

Studio dei caratteri linguistico-comunicativi di un campione di scritture di guerra prodotte (o ricevute) da militari meridionali durante o immediatamente dopo la Grande guerra. I testi esaminati sono divisi in tre classi, secondo il livello socio-culturale degli scriventi. Nei testi scritti da ufficiali e sottufficiali emergono orrore per la guerra ma anche accettazione delle ragioni che hanno condotto all’ingresso dell’Italia nel conflitto; nelle scritture dei semicolti, invece, prevale un’obbediente rassegnazione, sorretta dal conforto della fede e dell’affetto dei familiari lontani. Una minacciosa prospettiva di ribellione è evocata nella lettera anonima di una popolana napoletana.