Il saggio mette in luce il fondamentale ruolo strategico svolto dal Mediterraneo nel corso della Seconda Guerra Mondiale e la differenza di strategie militari, di obiettivi e di interessi non solo tra italiani e inglesi, ma anche tra inglesi e americani , da una parte, e tra italiani e tedeschi, dall'altra. Il saggio mette in evidenza l'assenza di alternative alla strategia militare "continentale" della Germania nazista per gli effettivi rapporti di forza navali nel Mediterraneo, che rendevano impraticabile qualsiasi ipotesi di conquista dei pozzi petroliferi del Medio Oriente.Il saggio evidenzia anche il ruolo svolto dalla Repubblica di Vichy e dai suoi tentativi di realizzare un'intesa privilegiata Parigi-Berlino, alternativa all'Asse Roma-Berlino, tanto più intensi quanto più risultava evidente la debolezza militare dell'Italia fascista, costretta rapidamente a rinunciare alle pretese di condurre una guerra "parallela" per ridursi a portare avanti una guerra sempre più "subalterna" a quella tedesca. Sono anche analizzati i contrasti e i mutevoli rapporti di forza all'interno del regime pétainista, espressi dalle mutevoli vicende di personaggi come Laval, Darlan o Giraud e dai contatti del tutto divergenti, a volte condotti dagli stessi personaggi (come Darlan), stabiliti con i vertici del Terzo Reich e degli Stati Uniti. Sono infine analizzati i diversi obiettivi e i contrastanti interessi dei governi inglese e americano, espressi dal sostegno fornito da Churchill alla France Libre di De Gaulle e dalla preferenza espressa invece da Roosevelt verso intese militari con personaggi come Darlan e Giraud, così come dalle diverse valutazioni di Londra e Washington nei confronti dei "peace feelers" italiani e dai diversi obiettivi e dalle conseguenti divergenti strategie di inglesi e americani nella preparazione e nella conduzione della "campagna d'Italia".

Il Mediterraneo nella Seconda Guerra Mondiale. Strategie diverse, obiettivi e interessi divergenti di inglesi e americani e di italiani e tedeschi

Paolo DE Marco
2017

Abstract

Il saggio mette in luce il fondamentale ruolo strategico svolto dal Mediterraneo nel corso della Seconda Guerra Mondiale e la differenza di strategie militari, di obiettivi e di interessi non solo tra italiani e inglesi, ma anche tra inglesi e americani , da una parte, e tra italiani e tedeschi, dall'altra. Il saggio mette in evidenza l'assenza di alternative alla strategia militare "continentale" della Germania nazista per gli effettivi rapporti di forza navali nel Mediterraneo, che rendevano impraticabile qualsiasi ipotesi di conquista dei pozzi petroliferi del Medio Oriente.Il saggio evidenzia anche il ruolo svolto dalla Repubblica di Vichy e dai suoi tentativi di realizzare un'intesa privilegiata Parigi-Berlino, alternativa all'Asse Roma-Berlino, tanto più intensi quanto più risultava evidente la debolezza militare dell'Italia fascista, costretta rapidamente a rinunciare alle pretese di condurre una guerra "parallela" per ridursi a portare avanti una guerra sempre più "subalterna" a quella tedesca. Sono anche analizzati i contrasti e i mutevoli rapporti di forza all'interno del regime pétainista, espressi dalle mutevoli vicende di personaggi come Laval, Darlan o Giraud e dai contatti del tutto divergenti, a volte condotti dagli stessi personaggi (come Darlan), stabiliti con i vertici del Terzo Reich e degli Stati Uniti. Sono infine analizzati i diversi obiettivi e i contrastanti interessi dei governi inglese e americano, espressi dal sostegno fornito da Churchill alla France Libre di De Gaulle e dalla preferenza espressa invece da Roosevelt verso intese militari con personaggi come Darlan e Giraud, così come dalle diverse valutazioni di Londra e Washington nei confronti dei "peace feelers" italiani e dai diversi obiettivi e dalle conseguenti divergenti strategie di inglesi e americani nella preparazione e nella conduzione della "campagna d'Italia".
2017
DE MARCO, Paolo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/388138
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