La carrozzabile costiera tra Castellammare e la piana di Sorrento, tracciata a partire dal 1832 sotto la direzione di una collaudata équipe di professionisti formatisi presso la Scuola di Ponti e Strade, ha offerto il decisivo impulso allo sviluppo socio-economico dell’intera penisola sorrentina, celebrata dai contemporanei quale «arditissima e utile opera» dalle spiccate valenze paesaggistiche. Vero e proprio spartiacque tra diversi modi di viaggiare e, soprattutto, di concepire il viaggio stesso, la realizzazione della nuova strada avrebbe tuttavia portato alla definitiva scomparsa di un’identità assai forte, frutto di un secolare isolamento, netta linea di demarcazione fra una cittadina moderna e dinamica, sede di numerose ambasciate e del principale cantiere navale del Regno, e un microcosmo letteralmente sospeso nel tempo e nello spazio da preservare da un progresso oramai alle porte. Agli occhi dei numerosi forestieri che oltrepassavano Castellammare per risalire faticosamente le prime propaggini del monte Faito, la fertile piana di Sorrento appariva infatti ancora in gran parte incontaminata, offrendo incomparabili scorci verso la rocciosa Capri e le selvagge scogliere amalfitane tanto cari ai viaggiatori ‘romantici’ alla spasmodica ricerca degli scenari pittoreschi e sublimi. Con l'apertura del nuovo collegamento costiero, il territorio sorrentino avrebbe subito un inevitabile quanto rapido aumento del flusso di visitatori, primo passo verso quel turismo di massa che ne avrebbe definitivamente condizionato, dalla fine del secolo, il paesaggio e le dinamiche sociali ed economiche.
«Infettare questi pacifici abitanti». La nuova strada tra Castellammare e Sorrento tra progresso e perdita dell’identità
G. Pignatelli Spinazzola
2017
Abstract
La carrozzabile costiera tra Castellammare e la piana di Sorrento, tracciata a partire dal 1832 sotto la direzione di una collaudata équipe di professionisti formatisi presso la Scuola di Ponti e Strade, ha offerto il decisivo impulso allo sviluppo socio-economico dell’intera penisola sorrentina, celebrata dai contemporanei quale «arditissima e utile opera» dalle spiccate valenze paesaggistiche. Vero e proprio spartiacque tra diversi modi di viaggiare e, soprattutto, di concepire il viaggio stesso, la realizzazione della nuova strada avrebbe tuttavia portato alla definitiva scomparsa di un’identità assai forte, frutto di un secolare isolamento, netta linea di demarcazione fra una cittadina moderna e dinamica, sede di numerose ambasciate e del principale cantiere navale del Regno, e un microcosmo letteralmente sospeso nel tempo e nello spazio da preservare da un progresso oramai alle porte. Agli occhi dei numerosi forestieri che oltrepassavano Castellammare per risalire faticosamente le prime propaggini del monte Faito, la fertile piana di Sorrento appariva infatti ancora in gran parte incontaminata, offrendo incomparabili scorci verso la rocciosa Capri e le selvagge scogliere amalfitane tanto cari ai viaggiatori ‘romantici’ alla spasmodica ricerca degli scenari pittoreschi e sublimi. Con l'apertura del nuovo collegamento costiero, il territorio sorrentino avrebbe subito un inevitabile quanto rapido aumento del flusso di visitatori, primo passo verso quel turismo di massa che ne avrebbe definitivamente condizionato, dalla fine del secolo, il paesaggio e le dinamiche sociali ed economiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.