Dopo la seconda guerra mondiale gran parte del territorio nazionale si presentava completamente devastato, privo di ogni tipo di organizzazione urbanistica. Per fronteggiare il costante aumento di domanda abitativa da parte, soprattutto, dei ceti meno abbienti si attuarono le disposizioni previste dal Regio Decreto n°1165/1938, andando a definire il nuovo assetto, su base provinciale, degli IACP, l’ente deputato alla realizzazione e gestione degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica e sociale. Nell’ultimo trentennio, la scelta politica di non finanziare l’attuazione di nuovi Piani di Edilizia Economica e Popolare ha riproposto lo squilibrio tra le diverse classi sociali, facendo tornare indietro l’intero Paese. Sono sempre più numerose le famiglie che si trovano nell’impossibilità di accedere al mercato privato della locazione, sia per la scarsa disponibilità di alloggi in affitto, sia per l’assenza di un’offerta di alloggi a canoni moderati e sostenibili. Per fronteggiare la questione abitativa si interviene, solo nel 2008, con il Piano Nazionale di Edilizia Abitativa e con l’introduzione all’art. 11 del cosiddetto Piano Casa che prevede la stipula, tra pubblico e privato, di Accordi di Programma finalizzati, anche, alla realizzazione di alloggi sociali. Il concetto di Housing sociale, per far fronte all’aumento di domande abitative definite, per lo più, atipiche, viene pertanto strettamente legato a quello di Piano Casa.
Piano casa e social housing: un caso
DE BIASE Claudia
;
2017
Abstract
Dopo la seconda guerra mondiale gran parte del territorio nazionale si presentava completamente devastato, privo di ogni tipo di organizzazione urbanistica. Per fronteggiare il costante aumento di domanda abitativa da parte, soprattutto, dei ceti meno abbienti si attuarono le disposizioni previste dal Regio Decreto n°1165/1938, andando a definire il nuovo assetto, su base provinciale, degli IACP, l’ente deputato alla realizzazione e gestione degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica e sociale. Nell’ultimo trentennio, la scelta politica di non finanziare l’attuazione di nuovi Piani di Edilizia Economica e Popolare ha riproposto lo squilibrio tra le diverse classi sociali, facendo tornare indietro l’intero Paese. Sono sempre più numerose le famiglie che si trovano nell’impossibilità di accedere al mercato privato della locazione, sia per la scarsa disponibilità di alloggi in affitto, sia per l’assenza di un’offerta di alloggi a canoni moderati e sostenibili. Per fronteggiare la questione abitativa si interviene, solo nel 2008, con il Piano Nazionale di Edilizia Abitativa e con l’introduzione all’art. 11 del cosiddetto Piano Casa che prevede la stipula, tra pubblico e privato, di Accordi di Programma finalizzati, anche, alla realizzazione di alloggi sociali. Il concetto di Housing sociale, per far fronte all’aumento di domande abitative definite, per lo più, atipiche, viene pertanto strettamente legato a quello di Piano Casa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.