L 'abito da lavoro, per la sua ordinarietà, non attrae regolarmente la attenzione degli studiosi di moda, sebbene l'argomento a una attenta analisi rivesta interesse per le valenze progettuali e sociali insite in un prodotto egualitario, durevole e astagionale. Inizialmente considerato un articolo anonimo, programmato da semplici operatori per la fabbricazione in serie, si è¨ trasformato nel tempo in un oggetto opportunamente costruito come prodotto di design, in relazione alle complesse strategie di consumo innescate dalle moderne dinamiche commerciali e alla cultura visuale a esse connesse. Al camice durevole e impersonale dagli anni Settanta si è¨ sostituito, infatti, un capo di abbigliamento di pronto consumo, personalizzato, cioè adeguato ai diversi indirizzi di marketing aziendali, e, per certi versi, allineato alle mode vigenti. In tale ambito si annovera la singolare attività  di progettisti di eccezione, quale a esempio la milanese Nanni Strada (Compasso d'Oro nel 1979) che, significativamente impegnata nella ricerca di un abito "performativo", cioè atemporale e autonomo rispetto alle tendenze e alle stagionalità, ne ha sperimentato regole e sistemi anche nel campo dell'abito da lavoro nel settore alimentare. La geometria e la bidimensionalità sono i principi fondanti della sua ricerca, insieme al rispetto del corpo e della sua sacralità, e li persegue anche in questo settore, a partire da un personale interesse per l'uniforme come capo che regola, costringe e infonde orgoglio di appartenenza. L' intervento esamina l™esperienza creativa in riferimento ai poco noti progetti rivolti al mondo della tavola (Croff e Vedeme, 1977 e 1978) o della distribuzione alimentare (la catena di fast-food Italy & Italy o quella di supermercati Conad, 1986 e 1989), evidenziando come essi non siano semplici grembiuli o impersonali camici professionali, ma prodotti abilmente costruiti secondo le esigenze estetiche, tecniche e funzionali richieste dal progetto di dressing design.

L 'abito da lavoro nel settore della distribuzione alimentare, una€ esperienza di dressing design

CIRILLO, Ornella
2017

Abstract

L 'abito da lavoro, per la sua ordinarietà, non attrae regolarmente la attenzione degli studiosi di moda, sebbene l'argomento a una attenta analisi rivesta interesse per le valenze progettuali e sociali insite in un prodotto egualitario, durevole e astagionale. Inizialmente considerato un articolo anonimo, programmato da semplici operatori per la fabbricazione in serie, si è¨ trasformato nel tempo in un oggetto opportunamente costruito come prodotto di design, in relazione alle complesse strategie di consumo innescate dalle moderne dinamiche commerciali e alla cultura visuale a esse connesse. Al camice durevole e impersonale dagli anni Settanta si è¨ sostituito, infatti, un capo di abbigliamento di pronto consumo, personalizzato, cioè adeguato ai diversi indirizzi di marketing aziendali, e, per certi versi, allineato alle mode vigenti. In tale ambito si annovera la singolare attività  di progettisti di eccezione, quale a esempio la milanese Nanni Strada (Compasso d'Oro nel 1979) che, significativamente impegnata nella ricerca di un abito "performativo", cioè atemporale e autonomo rispetto alle tendenze e alle stagionalità, ne ha sperimentato regole e sistemi anche nel campo dell'abito da lavoro nel settore alimentare. La geometria e la bidimensionalità sono i principi fondanti della sua ricerca, insieme al rispetto del corpo e della sua sacralità, e li persegue anche in questo settore, a partire da un personale interesse per l'uniforme come capo che regola, costringe e infonde orgoglio di appartenenza. L' intervento esamina l™esperienza creativa in riferimento ai poco noti progetti rivolti al mondo della tavola (Croff e Vedeme, 1977 e 1978) o della distribuzione alimentare (la catena di fast-food Italy & Italy o quella di supermercati Conad, 1986 e 1989), evidenziando come essi non siano semplici grembiuli o impersonali camici professionali, ma prodotti abilmente costruiti secondo le esigenze estetiche, tecniche e funzionali richieste dal progetto di dressing design.
2017
Cirillo, Ornella
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/371987
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