L’assenza di progettualità, di pianificazione di lungo periodo, di interesse condiviso per il bene comune, possono generare, in una data società, una serie di conseguenze non desiderate, tra le quali: la disorganizzazione sociale, il mancato sviluppo economico, lo stile ‘reattivo’ delle politiche pubbliche, la ricerca di soluzioni-tampone a problemi che si presenteranno di lì a poco in forme ancora più gravi. Obiettivo del saggio è formulare un’ipotesi esplicativa di questo tipo di assetto sociale, individuandone la causa principale nella diffusione di un tipo di comportamento individuale simile a quello che M. Weber ricondusse all’agire non razionale e ‘affettivamente determinato’. La moltiplicazione di questi comportamenti genera effetti aggregati e contribuisce a definire l’identità, i tratti tipici e la mentalità sociale di una comunità. Pertanto, di questo ideal-tipo d’azione, nel testo definito ‘espressivo’, verranno analizzate sia le caratteristiche specifiche (struttura, natura e funzioni dell’Azione), sia le caratteristiche che lo distinguono da altre modalità comportamentali, ovvero i. dal modello dell’azione sociale orientata ai valori (azione programmatica, corente ma spesso irrazionale); ii. dall’azione razionale orientata a conseguire obiettivi specifici (azione opportunistica ma anche stumentale per raggiungere fini ‘evolutivi’); iii. dall’azione tradizionalista (azione conformista e incline a rafforzare i valori identitari e della comunità). A differenza di questi tipi, con l’azione espressiva si individua invece un modello di comportamento, individuale e collettivo, condizionato soprattutto dalle motivazioni e dalle pulsioni interiori dell’attore sociale, la cui sfera affettivo-emozionale finisce per determinare in modo tipico l’orientamento di senso impresso all’azione, la modalità di soddisfazione dei propri bisogni morali e materiali, le aspettative altrui. Questo tipo di azione sociale risulterà pertanto 1. adattiva, limitata cioè all’adozione di tecniche di sopravvivenza che vengono poi affinate ricorrendo alle funzioni, qui particolarmente sviluppate, sentimenali e intellettuali dell’individuo (sentimentalismo e intellettualismo); 2. ed edonista, perché ispirata al principio di piacere e alla massimizzazione delle utilità (ossia delle gratificazioni morali o materiali) nell’immediato, nella situazione sociale in cui si trova. In questo atteggiamento è implicito il rifiuto, da parte del soggetto agente, dei costi aggiuntivi dell’azione stessa, sia quando esso implica il differimento nel tempo delle gratificazioni personali, sia quando il costo deve essere sopportato dal singolo nell’interesse della collettività.

L’agire ‘espressivo’ come limite allo sviluppo sociale, politico ed economico. Analisi di un modello d’azione e dei suoi effetti aggregati

ZOTTI, Angelo
2016

Abstract

L’assenza di progettualità, di pianificazione di lungo periodo, di interesse condiviso per il bene comune, possono generare, in una data società, una serie di conseguenze non desiderate, tra le quali: la disorganizzazione sociale, il mancato sviluppo economico, lo stile ‘reattivo’ delle politiche pubbliche, la ricerca di soluzioni-tampone a problemi che si presenteranno di lì a poco in forme ancora più gravi. Obiettivo del saggio è formulare un’ipotesi esplicativa di questo tipo di assetto sociale, individuandone la causa principale nella diffusione di un tipo di comportamento individuale simile a quello che M. Weber ricondusse all’agire non razionale e ‘affettivamente determinato’. La moltiplicazione di questi comportamenti genera effetti aggregati e contribuisce a definire l’identità, i tratti tipici e la mentalità sociale di una comunità. Pertanto, di questo ideal-tipo d’azione, nel testo definito ‘espressivo’, verranno analizzate sia le caratteristiche specifiche (struttura, natura e funzioni dell’Azione), sia le caratteristiche che lo distinguono da altre modalità comportamentali, ovvero i. dal modello dell’azione sociale orientata ai valori (azione programmatica, corente ma spesso irrazionale); ii. dall’azione razionale orientata a conseguire obiettivi specifici (azione opportunistica ma anche stumentale per raggiungere fini ‘evolutivi’); iii. dall’azione tradizionalista (azione conformista e incline a rafforzare i valori identitari e della comunità). A differenza di questi tipi, con l’azione espressiva si individua invece un modello di comportamento, individuale e collettivo, condizionato soprattutto dalle motivazioni e dalle pulsioni interiori dell’attore sociale, la cui sfera affettivo-emozionale finisce per determinare in modo tipico l’orientamento di senso impresso all’azione, la modalità di soddisfazione dei propri bisogni morali e materiali, le aspettative altrui. Questo tipo di azione sociale risulterà pertanto 1. adattiva, limitata cioè all’adozione di tecniche di sopravvivenza che vengono poi affinate ricorrendo alle funzioni, qui particolarmente sviluppate, sentimenali e intellettuali dell’individuo (sentimentalismo e intellettualismo); 2. ed edonista, perché ispirata al principio di piacere e alla massimizzazione delle utilità (ossia delle gratificazioni morali o materiali) nell’immediato, nella situazione sociale in cui si trova. In questo atteggiamento è implicito il rifiuto, da parte del soggetto agente, dei costi aggiuntivi dell’azione stessa, sia quando esso implica il differimento nel tempo delle gratificazioni personali, sia quando il costo deve essere sopportato dal singolo nell’interesse della collettività.
2016
Zotti, Angelo
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