L’Histoire de l’art par les Monumens di Seroux d’Agincourt, grande impresa editoriale, la cui pubblicazione, iniziata lentamente a fascicoli dalla fine di giugno del 1810, viene completata soltanto postuma nel 1823 in sei tomi, si segnala, fin dalla sua apparizione, per il cospicuo corredo di 325 tavole, di cui 73 dedicate all’architettura. Precedenti studi hanno individuato la provenienza dei disegni che hanno fornito la base alle incisioni, avvalendosi, in larga parte, delle dichiarazioni dello stesso Seroux, che ne menziona gli autori nella descrizione analitica delle tavole. Fanno tuttavia eccezione i disegni relativi ad alcuni monumenti napoletani, sulla cui paternità d’Agincourt si rivela stranamente reticente. Questo contributo propone un’ipotesi sull’incognito autore dei disegni di Santa Chiara, con particolare riferimento al celebre Campanile, indagando sul soggiorno napoletano del francese e sui suoi possibili contatti e soprattutto ponendo in raffronto i disegni preparatori conservati tra i manoscritti di d’Agincourt alla Biblioteca Apostolica Vaticana e alcuni materiali rinvenuti presso diversi istituti partenopei, appartenenti all’opera, rimasta inedita, dell’ingegnere militare Emanuele Ascione. Da qui, anche un confronto tra le posizioni attribuibili al napoletano e quelle espresse da d’Agincourt e Cicognara, restituendo un’interessante pagina della letteratura artistica tra Sette e Ottocento.

I disegni dei monumenti napoletani di architettura nei manoscritti di Seroux d'Agincourt nella Biblioteca Apostolica Vaticana

LENZA, Concetta
2016

Abstract

L’Histoire de l’art par les Monumens di Seroux d’Agincourt, grande impresa editoriale, la cui pubblicazione, iniziata lentamente a fascicoli dalla fine di giugno del 1810, viene completata soltanto postuma nel 1823 in sei tomi, si segnala, fin dalla sua apparizione, per il cospicuo corredo di 325 tavole, di cui 73 dedicate all’architettura. Precedenti studi hanno individuato la provenienza dei disegni che hanno fornito la base alle incisioni, avvalendosi, in larga parte, delle dichiarazioni dello stesso Seroux, che ne menziona gli autori nella descrizione analitica delle tavole. Fanno tuttavia eccezione i disegni relativi ad alcuni monumenti napoletani, sulla cui paternità d’Agincourt si rivela stranamente reticente. Questo contributo propone un’ipotesi sull’incognito autore dei disegni di Santa Chiara, con particolare riferimento al celebre Campanile, indagando sul soggiorno napoletano del francese e sui suoi possibili contatti e soprattutto ponendo in raffronto i disegni preparatori conservati tra i manoscritti di d’Agincourt alla Biblioteca Apostolica Vaticana e alcuni materiali rinvenuti presso diversi istituti partenopei, appartenenti all’opera, rimasta inedita, dell’ingegnere militare Emanuele Ascione. Da qui, anche un confronto tra le posizioni attribuibili al napoletano e quelle espresse da d’Agincourt e Cicognara, restituendo un’interessante pagina della letteratura artistica tra Sette e Ottocento.
2016
Lenza, Concetta
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/361704
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