Il paesaggio, come insieme di paesaggi, è fatto, è plasmato, se pure in misure e modi diversi, da ciascuno, da tutti. Gli artefatti che vanno a dare forma ai paesaggi (nel bene e nel male) non possono che essere frutto di opera d’insieme.Se poi per i nostri paesaggi desideriamo bellezza come componente del buon vivere, allora abitare non può che intendersi come "arte d’insieme". Ma come può essere composto quell’insieme che dovrà produrre una modificazione dello spazio abitato, quindi spazio nuovo da abitare, e i suoi paesaggi? L’insieme si può comporre realizzando connessioni tra forme di conoscenza diverse: archeologia, architettura, estetica, filosofia, geografia, letteratura, sociologia, urbanistica, arti visive, antropologia, musica, poesia… Stabilire un piano di dialogo tra discipline diverse e culture diverse: il paesaggio stesso è quel piano. Elaborare strategie che permettano di integrare valori delle discipline diverse che formano la Cultura e i valori, forme, linguaggi delle espressioni di grassroots, mainstream, street culture, delle cosiddette sottoculture per trasformare lo spazio abitato, costruendo paesaggi. Nell’abitare come arte d’insieme, l’idea di architettura, o di paesaggio, non essendo più assertiva da soluzione si fa scintilla, è dinamica, si modella. All’insieme degli attori offre una prima riflessione sulle modificazioni possibili dello spazio da abitare. Scrive un punto d’inizio, un termine di confronto. Realizzare paesaggi di ricerca significa scegliere ambiti esemplari, necessariamente limitati di spazio, dove sperimentare modi e forme dell’abitare. Agire per punti, concretamente, non inseguendo la pretesa di trasformare in poco tempo porzioni enormi di paesaggio, ma realizzare condensatori di senso, a diversa scala, a seconda delle possibilità che le diverse situazioni offrono, persino condensatori effimeri come le installazioni. Il testo si conclude con il paragrafo "Una fattoria verticale tra orti. Una visione delle Vele di Scampia".

Fare luoghi. Abitare come arte d’insieme

MARONE, Raffaele
2015

Abstract

Il paesaggio, come insieme di paesaggi, è fatto, è plasmato, se pure in misure e modi diversi, da ciascuno, da tutti. Gli artefatti che vanno a dare forma ai paesaggi (nel bene e nel male) non possono che essere frutto di opera d’insieme.Se poi per i nostri paesaggi desideriamo bellezza come componente del buon vivere, allora abitare non può che intendersi come "arte d’insieme". Ma come può essere composto quell’insieme che dovrà produrre una modificazione dello spazio abitato, quindi spazio nuovo da abitare, e i suoi paesaggi? L’insieme si può comporre realizzando connessioni tra forme di conoscenza diverse: archeologia, architettura, estetica, filosofia, geografia, letteratura, sociologia, urbanistica, arti visive, antropologia, musica, poesia… Stabilire un piano di dialogo tra discipline diverse e culture diverse: il paesaggio stesso è quel piano. Elaborare strategie che permettano di integrare valori delle discipline diverse che formano la Cultura e i valori, forme, linguaggi delle espressioni di grassroots, mainstream, street culture, delle cosiddette sottoculture per trasformare lo spazio abitato, costruendo paesaggi. Nell’abitare come arte d’insieme, l’idea di architettura, o di paesaggio, non essendo più assertiva da soluzione si fa scintilla, è dinamica, si modella. All’insieme degli attori offre una prima riflessione sulle modificazioni possibili dello spazio da abitare. Scrive un punto d’inizio, un termine di confronto. Realizzare paesaggi di ricerca significa scegliere ambiti esemplari, necessariamente limitati di spazio, dove sperimentare modi e forme dell’abitare. Agire per punti, concretamente, non inseguendo la pretesa di trasformare in poco tempo porzioni enormi di paesaggio, ma realizzare condensatori di senso, a diversa scala, a seconda delle possibilità che le diverse situazioni offrono, persino condensatori effimeri come le installazioni. Il testo si conclude con il paragrafo "Una fattoria verticale tra orti. Una visione delle Vele di Scampia".
2015
Marone, Raffaele
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/349056
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