L’inedita ricerca analizza la poliedrica personalità dell’ingegnere Pasquale Amodio (1907-1981), esponente poco noto del Novecento napoletano, in relazione alla particolare epifania architettonica realizzatasi a corona dell’ampliamento della Basilica mariana a pochi anni dall’istituzione della ‘nuova’ città di Pompei. Nell’arco della cinquantennale carriera, Pasquale Amodio vive e interpreta, affronta e risolve – spesso con originalità – i maggiori temi compositivi e funzionali dell’Architettura, lasciandosi influenzare dagli stili ma dominando le mode. Oltre che nella progettazione e nella pratica di cantiere, egli esplicita il proprio impulso creativo nel disegno dal vero, nella pittura e nella grafica editoriale; dal 1942 come libero docente di Disegno condivide le proprie passioni con generazioni di studenti di ingegneria nell’Ateneo fridericiano. Amodio è continuativamente attivo a Pompei per circa dieci anni a partire almeno dal 1933; la sua prima esperienza è il progetto per la facciata del Santuario mariano, ha come disegnatore per Spirito Maria Chiapetta, sacerdote e ingegnere progettista della nuova Basilica. E' poi autore di una piccola casa nell'area del Santuario: questo documento d'archivio è il primo progetto firmato da Pasquale Amodio, il secondo lavoro è la "Casa del Pellegrino". L'edificio, che si trova di fronte alla Basilica, appare semplice ed essenziale, ma presenta caratteristiche architettoniche uniche, come la coesistenza di 'storicismo' e lo stile 'razionalista', la riprogettazione architettonica dell'Ordine ionico, secondo uno schema di proporzionalità articolato ed elegante. Il progetto più importante è l'"Ospizio del Sacro Cuore": un imponente edificio costruito di fronte al sito archeologico, in relazione a un doppio semi-circolare, piazza che non fu mai realizzata. Il progetto è legato alla dominante cultura razionalista e, in particolare, agli esempi di Adalberto Libera e Gio Ponti. L'esperienza di Amodio a Pompei si completa con il progetto "Casa D'Alessandro", caratterizzata da una struttura rigida di volumi, e con i progetti per tre cappelle funerarie. Infine, la ricerca di ARGENZIANO P focalizza un aspetto nuovo dell'opera di Amodio: la sua passione ed inclinazione per la grafica editoriale concretizzata a partire dai volumi del 1942, costantemente accresciuta nel corso degli anni per la composizione grafica e la stampa di progetti architettonici.
Il Novecento napoletano. I disegni di architettura di Pasquale Amodio nella Nuova Pompei.
ARGENZIANO, Pasquale
2012
Abstract
L’inedita ricerca analizza la poliedrica personalità dell’ingegnere Pasquale Amodio (1907-1981), esponente poco noto del Novecento napoletano, in relazione alla particolare epifania architettonica realizzatasi a corona dell’ampliamento della Basilica mariana a pochi anni dall’istituzione della ‘nuova’ città di Pompei. Nell’arco della cinquantennale carriera, Pasquale Amodio vive e interpreta, affronta e risolve – spesso con originalità – i maggiori temi compositivi e funzionali dell’Architettura, lasciandosi influenzare dagli stili ma dominando le mode. Oltre che nella progettazione e nella pratica di cantiere, egli esplicita il proprio impulso creativo nel disegno dal vero, nella pittura e nella grafica editoriale; dal 1942 come libero docente di Disegno condivide le proprie passioni con generazioni di studenti di ingegneria nell’Ateneo fridericiano. Amodio è continuativamente attivo a Pompei per circa dieci anni a partire almeno dal 1933; la sua prima esperienza è il progetto per la facciata del Santuario mariano, ha come disegnatore per Spirito Maria Chiapetta, sacerdote e ingegnere progettista della nuova Basilica. E' poi autore di una piccola casa nell'area del Santuario: questo documento d'archivio è il primo progetto firmato da Pasquale Amodio, il secondo lavoro è la "Casa del Pellegrino". L'edificio, che si trova di fronte alla Basilica, appare semplice ed essenziale, ma presenta caratteristiche architettoniche uniche, come la coesistenza di 'storicismo' e lo stile 'razionalista', la riprogettazione architettonica dell'Ordine ionico, secondo uno schema di proporzionalità articolato ed elegante. Il progetto più importante è l'"Ospizio del Sacro Cuore": un imponente edificio costruito di fronte al sito archeologico, in relazione a un doppio semi-circolare, piazza che non fu mai realizzata. Il progetto è legato alla dominante cultura razionalista e, in particolare, agli esempi di Adalberto Libera e Gio Ponti. L'esperienza di Amodio a Pompei si completa con il progetto "Casa D'Alessandro", caratterizzata da una struttura rigida di volumi, e con i progetti per tre cappelle funerarie. Infine, la ricerca di ARGENZIANO P focalizza un aspetto nuovo dell'opera di Amodio: la sua passione ed inclinazione per la grafica editoriale concretizzata a partire dai volumi del 1942, costantemente accresciuta nel corso degli anni per la composizione grafica e la stampa di progetti architettonici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.