L’originaria configurazione degli usi civici quali istituti aventi una funzione essenzialmente economico-produttiva è stata ormai superata in ragione delle trasformazioni sociali ed economiche, che hanno indotto l’ordinamento a valorizzare i profili di tutela ecologico-ambientale, ex art. 9 Cost. Il presente studio intende prospettare una differente ricostruzione del fenomeno (non incompatibile, ma aggiuntiva rispetto a quella “tradizionale”), inquadrando gli usi civici nell’ambito della discussa categoria del patrimonio culturale immateriale, anche alla luce delle suggestioni provenienti dall’istituto inglese delle common lands. Parte della dottrina – sottolineando la strumentalità degli usi civici in termini di riscoperta e protezione di antiche tradizioni – già oggi riconosce in essi un intrinseco valore storico-culturale, quali elementi costitutivi della memoria collettiva aventi una funzione identitaria. Inoltre, i beni di uso civico rappresentano un modello dominicale alternativo a quello tradizionale, connotato da peculiari obiettivi di compatibilità ecologica, mantenimento delle risorse per le generazioni future e gestione collettiva del territorio. In relazione a tale ultimo elemento, l’attualità di uno studio sugli usi civici appare evidente se si considera l’interesse recentemente mostrato dalla dottrina nei confronti delle forme di godimento collettivo di determinati beni. L’esperienza della gestione degli usi civici può offrire un prezioso contributo al dibattito sulla definizione di una disciplina uniforme dei beni comuni.

Gli usi civici nel contesto del patrimonio culturale (immateriale): per un nuovo paradigma giuridico dei demani collettivi

CALABRO', Marco;
2016

Abstract

L’originaria configurazione degli usi civici quali istituti aventi una funzione essenzialmente economico-produttiva è stata ormai superata in ragione delle trasformazioni sociali ed economiche, che hanno indotto l’ordinamento a valorizzare i profili di tutela ecologico-ambientale, ex art. 9 Cost. Il presente studio intende prospettare una differente ricostruzione del fenomeno (non incompatibile, ma aggiuntiva rispetto a quella “tradizionale”), inquadrando gli usi civici nell’ambito della discussa categoria del patrimonio culturale immateriale, anche alla luce delle suggestioni provenienti dall’istituto inglese delle common lands. Parte della dottrina – sottolineando la strumentalità degli usi civici in termini di riscoperta e protezione di antiche tradizioni – già oggi riconosce in essi un intrinseco valore storico-culturale, quali elementi costitutivi della memoria collettiva aventi una funzione identitaria. Inoltre, i beni di uso civico rappresentano un modello dominicale alternativo a quello tradizionale, connotato da peculiari obiettivi di compatibilità ecologica, mantenimento delle risorse per le generazioni future e gestione collettiva del territorio. In relazione a tale ultimo elemento, l’attualità di uno studio sugli usi civici appare evidente se si considera l’interesse recentemente mostrato dalla dottrina nei confronti delle forme di godimento collettivo di determinati beni. L’esperienza della gestione degli usi civici può offrire un prezioso contributo al dibattito sulla definizione di una disciplina uniforme dei beni comuni.
2016
Calabro', Marco; Anna, Simonati
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/337167
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