Il saggio, pubblicato in volume collettaneo con Comitato scientifico internazionale, è parte dei risultati di una ricerca interdisciplinare che ha visto coinvolti 250 ricercatori, appartenenti a quattro atenei campani e a due centri di ricerca. Finanziata con la Misura 3.16 POR Campania 2000-2006 dalla Comunità europea, dal MIUR e dalla Regione Campania, la ricerca ha avuto come obiettivo finale l’elaborazione di un Progetto culturale dimostrativo per la realizzazione di un Ecomuseo del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, un vasto territorio della Campania ritenuto caso emblematico di paesaggio culturale e inserito dall’UNESCO nella rete delle Riserve della Biosfera. Il saggio, nello specifico, è incentrato sullo studio del comprensorio di Castellabate, uno degli ambiti più interessanti della provincia di Salerno. Di origini antichissime, fece parte delle colonie greche di Licosa e di Tresino, fu strategico porto romano e insediamento bizantino, con significative presenze monastiche basiliane. Nel periodo delle incursioni dei Saraceni, la sua fascia costiera fu abbandonata per l’entroterra, dove tra il X e il XIII secolo, si registrano profonde trasformazioni territoriali; mentre ancora oggi, nei pressi della marina di S. Maria si distinguono numerosi palazzi aristocratici, eretti tra il XVII e il XIX secolo. Il saggio, con il pretesto di un racconto condotto attraverso la dimensione del viaggio e procedendo da una insolita prospettiva di lettura privilegiata – quella dal mare – ripercorre le tappe che, lungo la fascia litorale, hanno determinato il consolidarsi della struttura dei nuclei abitativi sorti sotto il diretto controllo dell’abazia di Cava, cui il feudo è appartenuto fino in epoca moderna. Seguendo, infatti, la rotta di un inedito portolano del Cinquecento è stata indagata quella porzione del territorio compreso tra Capo Palinuro e Agropoli, un segmento denso e multiforme, ricco di un passato stratificato e di antichi miti epici, in parte tralasciato dalla storiografia più accreditata. Sulla scorta di disegni d’archivio, in gran parte inediti e sul confronto tra la cartografia storica e le carte nautiche antiche, si è così ricomposto il profilo di una costa un tempo segnata da un susseguirsi di numerosissime torri, molte delle quali sono ormai allo stato di rudere o non più esistenti.

Castrum Abbatis. Architetture e paesaggio tra i luoghi delle Sirene

MANZO, Elena
2009

Abstract

Il saggio, pubblicato in volume collettaneo con Comitato scientifico internazionale, è parte dei risultati di una ricerca interdisciplinare che ha visto coinvolti 250 ricercatori, appartenenti a quattro atenei campani e a due centri di ricerca. Finanziata con la Misura 3.16 POR Campania 2000-2006 dalla Comunità europea, dal MIUR e dalla Regione Campania, la ricerca ha avuto come obiettivo finale l’elaborazione di un Progetto culturale dimostrativo per la realizzazione di un Ecomuseo del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, un vasto territorio della Campania ritenuto caso emblematico di paesaggio culturale e inserito dall’UNESCO nella rete delle Riserve della Biosfera. Il saggio, nello specifico, è incentrato sullo studio del comprensorio di Castellabate, uno degli ambiti più interessanti della provincia di Salerno. Di origini antichissime, fece parte delle colonie greche di Licosa e di Tresino, fu strategico porto romano e insediamento bizantino, con significative presenze monastiche basiliane. Nel periodo delle incursioni dei Saraceni, la sua fascia costiera fu abbandonata per l’entroterra, dove tra il X e il XIII secolo, si registrano profonde trasformazioni territoriali; mentre ancora oggi, nei pressi della marina di S. Maria si distinguono numerosi palazzi aristocratici, eretti tra il XVII e il XIX secolo. Il saggio, con il pretesto di un racconto condotto attraverso la dimensione del viaggio e procedendo da una insolita prospettiva di lettura privilegiata – quella dal mare – ripercorre le tappe che, lungo la fascia litorale, hanno determinato il consolidarsi della struttura dei nuclei abitativi sorti sotto il diretto controllo dell’abazia di Cava, cui il feudo è appartenuto fino in epoca moderna. Seguendo, infatti, la rotta di un inedito portolano del Cinquecento è stata indagata quella porzione del territorio compreso tra Capo Palinuro e Agropoli, un segmento denso e multiforme, ricco di un passato stratificato e di antichi miti epici, in parte tralasciato dalla storiografia più accreditata. Sulla scorta di disegni d’archivio, in gran parte inediti e sul confronto tra la cartografia storica e le carte nautiche antiche, si è così ricomposto il profilo di una costa un tempo segnata da un susseguirsi di numerosissime torri, molte delle quali sono ormai allo stato di rudere o non più esistenti.
2009
Manzo, Elena
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