Il saggio costituisce l’esito delle ricerche svolte nell’ambito del PRIN 2003 'Architettura del classicismo tra Quattrocento e Cinquecento', e ha avuto come oggetto alcune peculiari fonti iconografiche per la conoscenza dell’architettura napoletana del classicismo costituite da rilievi eseguiti in epoca neoclassica e destinati alla pubblicazione: dall’opera di Séroux d’Agincourt a quella, inedita, di Ascione (di cui si pubblicano le tavole superstiti, in gran parte non conosciute), alle raccolte ottocentesche di Francesco de Cesare o del Real Museo Borbonico. Per tali peculiari fonti si analizzano criticamente i dati conoscitivi tenendo conto del filtro idealizzante neoclassico con il quale vengono reinterpretate le opere. Integrando l'esame delle tavole con altri dati bibliografici e archivistici, il saggio evidenzia inoltre la circolazione di disegni nell'ambiente artistico sette-ottocentesco, partendo appunto dalla rete di collaboratori di d'Agincourt, estesa da Pierre-Adrien Pâris (di cui si richiama l'importante disegno della scomparsa Villa di Poggioreale presente nella Bibliothèque Municipale de Besançon)ai fratelli Gasse (che ne avrebbero appunto eseguito il rilievo, correggendo la restituzione serliana)all'ingegnere militare Emanuele Ascione (identificato come autore dei disegni del Campanile di Santa Chiara pubblicati nell'Histoire sulla base del raffronto tra le stampe tirate dai rami dell'opera di Ascione e i corrispondenti disegni del fondo d'Agincourt conservati presso la Biblioteca Apostolica Vaticana), fino alla raccolta de Le più belle fabbriche ... di de Cesare, anch'essa non poco debitrice dei rilievi di Ascione.

L'architettura napoletana del classicismo nell'editoria artistica tra Sette e Ottocento

LENZA, Concetta
2007

Abstract

Il saggio costituisce l’esito delle ricerche svolte nell’ambito del PRIN 2003 'Architettura del classicismo tra Quattrocento e Cinquecento', e ha avuto come oggetto alcune peculiari fonti iconografiche per la conoscenza dell’architettura napoletana del classicismo costituite da rilievi eseguiti in epoca neoclassica e destinati alla pubblicazione: dall’opera di Séroux d’Agincourt a quella, inedita, di Ascione (di cui si pubblicano le tavole superstiti, in gran parte non conosciute), alle raccolte ottocentesche di Francesco de Cesare o del Real Museo Borbonico. Per tali peculiari fonti si analizzano criticamente i dati conoscitivi tenendo conto del filtro idealizzante neoclassico con il quale vengono reinterpretate le opere. Integrando l'esame delle tavole con altri dati bibliografici e archivistici, il saggio evidenzia inoltre la circolazione di disegni nell'ambiente artistico sette-ottocentesco, partendo appunto dalla rete di collaboratori di d'Agincourt, estesa da Pierre-Adrien Pâris (di cui si richiama l'importante disegno della scomparsa Villa di Poggioreale presente nella Bibliothèque Municipale de Besançon)ai fratelli Gasse (che ne avrebbero appunto eseguito il rilievo, correggendo la restituzione serliana)all'ingegnere militare Emanuele Ascione (identificato come autore dei disegni del Campanile di Santa Chiara pubblicati nell'Histoire sulla base del raffronto tra le stampe tirate dai rami dell'opera di Ascione e i corrispondenti disegni del fondo d'Agincourt conservati presso la Biblioteca Apostolica Vaticana), fino alla raccolta de Le più belle fabbriche ... di de Cesare, anch'essa non poco debitrice dei rilievi di Ascione.
2007
Lenza, Concetta
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/225799
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