La Congregazione camaldolese di Monte Corona conobbe il periodo di massima espansione fra il XVI e il XVII secolo, quando si diffuse anche in Campania dove si susseguirono ben sei fondazioni, dal 1577 al 1687, che si costituirono nella “Nazione Napoletana”, le uniche dell’Italia meridionale. Del primo complesso dell’Incoronata a Sant’Angelo a Scala, sorto per volontà del futuro papa Paolo IV Carafa, rimangono i ruderi; d’altro canto dell’eremo di Maiori si conserva solo la chiesa, rifatta nell’Ottocento. Il solo edificio religioso rimane anche a Torre del Greco, ma di particolare interesse formale, riedificato nel Settecento. Un disegno ottocentesco testimonia inoltre la conformazione dell’intero complesso scomparso. Dall’esame di quest’ultimo e degli eremi di Vico Equense - che conserva l’impianto delle celle e della foresteria - e di Nola - integro in tutte le sue parti - meno noti rispetto alla “casa madre” napoletana, e con un’adesione alla cultura gesuitica, emergono dati interessanti ai fini di una sistematizzazione degli eremi camaldolesi, da confrontare con gli altri esistenti in Italia.
Cultura e architettura eremitica: le fondazioni camaldolesi della “Nazione Napolitana” nel Settecento
DE FALCO, Carolina
2007
Abstract
La Congregazione camaldolese di Monte Corona conobbe il periodo di massima espansione fra il XVI e il XVII secolo, quando si diffuse anche in Campania dove si susseguirono ben sei fondazioni, dal 1577 al 1687, che si costituirono nella “Nazione Napoletana”, le uniche dell’Italia meridionale. Del primo complesso dell’Incoronata a Sant’Angelo a Scala, sorto per volontà del futuro papa Paolo IV Carafa, rimangono i ruderi; d’altro canto dell’eremo di Maiori si conserva solo la chiesa, rifatta nell’Ottocento. Il solo edificio religioso rimane anche a Torre del Greco, ma di particolare interesse formale, riedificato nel Settecento. Un disegno ottocentesco testimonia inoltre la conformazione dell’intero complesso scomparso. Dall’esame di quest’ultimo e degli eremi di Vico Equense - che conserva l’impianto delle celle e della foresteria - e di Nola - integro in tutte le sue parti - meno noti rispetto alla “casa madre” napoletana, e con un’adesione alla cultura gesuitica, emergono dati interessanti ai fini di una sistematizzazione degli eremi camaldolesi, da confrontare con gli altri esistenti in Italia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.