È necessario impostare un possibile rapporto tra la forza bruta e il diritto. La forza bruta tende ad accreditarsi come diritto. Infatti, nonostante la sua forza, ha sempre bisogno di un minimo di accreditamento simbolico, cioè persuasivo e coinvolgente. Nessuna forza può durare nel tempo come forza vincente se non si dota di questo minimo accreditamento. Ciò significa almeno due cose. Non solo che il diritto – in quanto espressione della ragione – si pone il problema di porre argini alla forza, ma anche che la stessa forza, per poter durare, ha bisogno di presentarsi nella forma di un plausibile diritto. Il problema, posto da Rousseau nel Contratto sociale, ha bisogno di ulteriore elucidazione critica. In questo saggio si percorrono analiticamente, da un lato, i modi di intendere il simbolico e, dall’altro lato, i molteplici modi strutturali con cui, nella storia umana, si è cercato di istituire, attraverso la ragione e il diritto, argini alla forza. Si pensi, fra gli altri, allo Stato legislativo, allo Stato di diritto, allo Stato costituzionale. Si pensi alla stessa nozione di diritto. Tutti i descritti tentativi sono stati insufficienti e parziali. Lo stesso dibattito fra Hans Kelsen e Carl Schmitt può rivelare non solo i criteri in cui essi fra loro si oppongono, ma anche i criteri in cui paradossalmente non si oppongono affatto. Se la forza bruta deve poter essere arginata dalla ragione, d’altra parte, poiché la ragione non basta, la stessa ragione deve poter essere arginata dall’istanza della persona. Si potrebbe, per certi versi, dire: “forza:ragione=ragione:persona”. Si tratta della persona intesa come singolarità esistenzialmente irriducibile, intrinsecamente caratterizzata dai suoi bisogni fondamentali. Ma la stessa contraddizione tra ragione e persona, essendo contraddizione non puramente logica ma esistenziale, non può essere mai – in sede logica – ultimativamente superata. Lo Stato costituzionale fondato sui diritti fondamentali di ogni persona, garantito da una Corte costituzionale dei diritti fondamentali, è uno degli ultimi approcci – neppur esso definitivo – per avvicinarsi all’impostazione corretta della irrisolubile aporia.

Il diritto della forza, la forza del diritto

LIMONE, Giuseppe
2014

Abstract

È necessario impostare un possibile rapporto tra la forza bruta e il diritto. La forza bruta tende ad accreditarsi come diritto. Infatti, nonostante la sua forza, ha sempre bisogno di un minimo di accreditamento simbolico, cioè persuasivo e coinvolgente. Nessuna forza può durare nel tempo come forza vincente se non si dota di questo minimo accreditamento. Ciò significa almeno due cose. Non solo che il diritto – in quanto espressione della ragione – si pone il problema di porre argini alla forza, ma anche che la stessa forza, per poter durare, ha bisogno di presentarsi nella forma di un plausibile diritto. Il problema, posto da Rousseau nel Contratto sociale, ha bisogno di ulteriore elucidazione critica. In questo saggio si percorrono analiticamente, da un lato, i modi di intendere il simbolico e, dall’altro lato, i molteplici modi strutturali con cui, nella storia umana, si è cercato di istituire, attraverso la ragione e il diritto, argini alla forza. Si pensi, fra gli altri, allo Stato legislativo, allo Stato di diritto, allo Stato costituzionale. Si pensi alla stessa nozione di diritto. Tutti i descritti tentativi sono stati insufficienti e parziali. Lo stesso dibattito fra Hans Kelsen e Carl Schmitt può rivelare non solo i criteri in cui essi fra loro si oppongono, ma anche i criteri in cui paradossalmente non si oppongono affatto. Se la forza bruta deve poter essere arginata dalla ragione, d’altra parte, poiché la ragione non basta, la stessa ragione deve poter essere arginata dall’istanza della persona. Si potrebbe, per certi versi, dire: “forza:ragione=ragione:persona”. Si tratta della persona intesa come singolarità esistenzialmente irriducibile, intrinsecamente caratterizzata dai suoi bisogni fondamentali. Ma la stessa contraddizione tra ragione e persona, essendo contraddizione non puramente logica ma esistenziale, non può essere mai – in sede logica – ultimativamente superata. Lo Stato costituzionale fondato sui diritti fondamentali di ogni persona, garantito da una Corte costituzionale dei diritti fondamentali, è uno degli ultimi approcci – neppur esso definitivo – per avvicinarsi all’impostazione corretta della irrisolubile aporia.
2014
Limone, Giuseppe
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/178605
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