La denominazione geografica del Cilento è rintracciabile, per la prima volta, in un documento di Giovanni di Guaimario, principe di Salerno, risalente al 994. Come sottolineava il geografo Francoise Lenormant, nelle sue note di viaggio, il toponimo Cilento deriva da una contrazione di cis Alentum ovvero al di qua dell’Alento ed indicava i territori che dalla capitale del principato si spingevano sino alla riva settentrionale del fiume Alento: una denominazione che oggigiorno, viceversa, definisce un territorio molto più ampio estendentesi oltre il fiume a carattere torrentizio che, nascendo dal Monte Le Corne, sfocia nel Mar Tirreno in quel tratto di costa compreso tra il golfo di Salerno e quello di Policastro dopo aver lambito le rovine dell’antica città Elea, l’attuale Velia. Tale ricerca, attraverso l’individuazione di capisaldi architettonici ed urbani strettamente correlati a tali ambiti paesaggistici, si ripropone di far emergere dai complessivi contesti ambientali contemporanei quei coaguli di qualità ambientale capaci, ancora oggi, di mettere in scena la rappresentazione dell’armonia del paesaggio ovvero di quella qualità indispensabile all’attribuzione di un senso civico all’uso, fruizione, governo e modificazione del territorio contemporaneo. In tal senso il sito archeologico di Paestum nella piana del Sele, l’insediamento di Elea sul lungomare tirrenico, l’Agorà ottocentesca di Vallo della Lucania, la villa marittima romana di Sapri e la certosa di Padula nel Vallo di Diano rappresentano una limitata serie di architetture e complessi monumentali che, pur nella loro diversità scalare e geografica, rappresentano un compendio architettonico di notevole valore capace di definire la reale sostanza patrimoniale del paesaggio classico del Cilento.

Il disegno dell’armonia. Il paesaggio classico del Cilento

GIORDANO, Paolo
2009

Abstract

La denominazione geografica del Cilento è rintracciabile, per la prima volta, in un documento di Giovanni di Guaimario, principe di Salerno, risalente al 994. Come sottolineava il geografo Francoise Lenormant, nelle sue note di viaggio, il toponimo Cilento deriva da una contrazione di cis Alentum ovvero al di qua dell’Alento ed indicava i territori che dalla capitale del principato si spingevano sino alla riva settentrionale del fiume Alento: una denominazione che oggigiorno, viceversa, definisce un territorio molto più ampio estendentesi oltre il fiume a carattere torrentizio che, nascendo dal Monte Le Corne, sfocia nel Mar Tirreno in quel tratto di costa compreso tra il golfo di Salerno e quello di Policastro dopo aver lambito le rovine dell’antica città Elea, l’attuale Velia. Tale ricerca, attraverso l’individuazione di capisaldi architettonici ed urbani strettamente correlati a tali ambiti paesaggistici, si ripropone di far emergere dai complessivi contesti ambientali contemporanei quei coaguli di qualità ambientale capaci, ancora oggi, di mettere in scena la rappresentazione dell’armonia del paesaggio ovvero di quella qualità indispensabile all’attribuzione di un senso civico all’uso, fruizione, governo e modificazione del territorio contemporaneo. In tal senso il sito archeologico di Paestum nella piana del Sele, l’insediamento di Elea sul lungomare tirrenico, l’Agorà ottocentesca di Vallo della Lucania, la villa marittima romana di Sapri e la certosa di Padula nel Vallo di Diano rappresentano una limitata serie di architetture e complessi monumentali che, pur nella loro diversità scalare e geografica, rappresentano un compendio architettonico di notevole valore capace di definire la reale sostanza patrimoniale del paesaggio classico del Cilento.
2009
Giordano, Paolo
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