La superficie oculare è costituita da pal-pebre, congiuntiva e cornea ed è rivestita da lacri-me. Queste quattro strutture sono legate sia anato-micamente, sia funzionalmente; infatti, le compo-nenti della superficie oculare reagiscono sempre congiuntamente per garantire la difesa dell'apparato visivo. Per queste ragioni la superficie oculare è considerata un'unica entità anatomo-funzionale. È indubbio che nel complesso della superficie ocu-lare le lacrime, la cui struttura e composizione sono così complesse che ancora non siamo stati in grado di definire del tutto, svolgono un ruolo strategico e ciò è ancora più vero in contattologia. Le lacrime esercitano numerosissime funzioni, tutte altamente specializzate (antimicrobica, antiossi-dante, lubrificante, nutritiva, ottica, protettiva, pulente, veicolante), e sono essenziali per la super-ficie oculare, basta pensare a cosa succede quando la loro struttura o la loro composizione non è per-fettamente equilibrata. Grazie alla loro complessità le lacrime sono estre-mamente stabili: riescono a rimanere distese sulla superficie oculare per almeno 15 secondi nono-'ligfia iTàiià««cignale tSKìaperficì stante le aggressioni che subiscono dall'ambiente esterno. Nonostante la loro complessità, le lacrime riescono ad essere dinamiche: la componente mucosa, da una parte aderisce saldamente alle cellule dell'epi-telio corneocongiuntivale grazie alla sua componen-te idrofobica rendendole bagnabili, dall'altra, con la sua frazione idrofila, lega a sé la componente acquosa spingendosi fino nella sua porzione più esterna dove, riducendo la tensione superficiale dell'interfaccia tra componente acquosa e lipidica, consente una rapida ed uniforme distribuzione della componente lipidica; la componente lipidica, nonostante sia costantemente sottoposto a cicli di compressione ed espansione (ammiccamento) rie-sce a mantenere una perfetta integrità (dimostrata dal fatto che in condizioni di normalità non si riscontra mai emulsione di lipidi nello strato acquo-so) ed una incredibile flessibilità (si distende a 400 cm/sec ricoprendo la superficie oculare in un cen-tesimo di secondo, tempo nettamente inferiore a quello necessario per un ammiccamento).

La superficie oculare nel portatore di lenti lacrimali

BIFANI SCONOCCHIA, Mario;
2006

Abstract

La superficie oculare è costituita da pal-pebre, congiuntiva e cornea ed è rivestita da lacri-me. Queste quattro strutture sono legate sia anato-micamente, sia funzionalmente; infatti, le compo-nenti della superficie oculare reagiscono sempre congiuntamente per garantire la difesa dell'apparato visivo. Per queste ragioni la superficie oculare è considerata un'unica entità anatomo-funzionale. È indubbio che nel complesso della superficie ocu-lare le lacrime, la cui struttura e composizione sono così complesse che ancora non siamo stati in grado di definire del tutto, svolgono un ruolo strategico e ciò è ancora più vero in contattologia. Le lacrime esercitano numerosissime funzioni, tutte altamente specializzate (antimicrobica, antiossi-dante, lubrificante, nutritiva, ottica, protettiva, pulente, veicolante), e sono essenziali per la super-ficie oculare, basta pensare a cosa succede quando la loro struttura o la loro composizione non è per-fettamente equilibrata. Grazie alla loro complessità le lacrime sono estre-mamente stabili: riescono a rimanere distese sulla superficie oculare per almeno 15 secondi nono-'ligfia iTàiià««cignale tSKìaperficì stante le aggressioni che subiscono dall'ambiente esterno. Nonostante la loro complessità, le lacrime riescono ad essere dinamiche: la componente mucosa, da una parte aderisce saldamente alle cellule dell'epi-telio corneocongiuntivale grazie alla sua componen-te idrofobica rendendole bagnabili, dall'altra, con la sua frazione idrofila, lega a sé la componente acquosa spingendosi fino nella sua porzione più esterna dove, riducendo la tensione superficiale dell'interfaccia tra componente acquosa e lipidica, consente una rapida ed uniforme distribuzione della componente lipidica; la componente lipidica, nonostante sia costantemente sottoposto a cicli di compressione ed espansione (ammiccamento) rie-sce a mantenere una perfetta integrità (dimostrata dal fatto che in condizioni di normalità non si riscontra mai emulsione di lipidi nello strato acquo-so) ed una incredibile flessibilità (si distende a 400 cm/sec ricoprendo la superficie oculare in un cen-tesimo di secondo, tempo nettamente inferiore a quello necessario per un ammiccamento).
2006
BIFANI SCONOCCHIA, Mario; Troiano, P.; Aureggi, D.
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